E’ stata denunciata dai vigili urbani. Una donna aveva seguito il marito appena fermato dai carabinieri e si era forse dimenticata di aver lasciato per almeno dodici ore tre esemplari di cane corso chiusi dentro un furgone e sotto il sole cocente.
La polizia municipale ha soccorso ieri pomeriggio i tre animali che si trovavano dentro un mezzo Opel preso a noleggio e parcheggiato in via Maggiore Giuseppe Amari, una traversa di corso Calatafimi.
Ad accorgersene era stato un cittadino che ha poi lanciato l’allarme alla centrale operativa dei vigili urbani. Da una prima ispezione esterna del mezzo sembrava che non ci fosse nulla di anomalo. “Un impercettibile lamento ha allertato la pattuglia che senza indugio ha avviato le procedure per il salvataggio”, si legge in una nota.
I passanti hanno fornito una descrizione della donna che era stata vista sul furgone permettendo agli agenti di avviare le ricerche. Una volta rintracciata nella vicina stazione dei carabinieri, la donna – una 45enne – è stata accompagnata al mezzo e invitata ad aprire il vano posteriore. Dentro quella trappola che aveva ormai raggiunto un’alta temperatura c’erano i tre cani di grossa taglia, sofferenti, disidratati e boccheggianti.
Il veterinario dell’Asp, contattato per un altro intervento congiunto con il nucleo cinofili, ha accertato le condizioni di maltrattamento e disposto l’accompagnamento dei tre cani in clinica veterinaria per sottoporli a cure urgenti.
Una volta chiarita la situazione gli agenti hanno proceduto a denunciare la 45enne. Per fare riprendere il tre “cuccioloni” sono serviti tempo, acqua e un impacco di ghiaccio sul collo.
“Tenere un cane o comunque un animale dentro un veicolo fermo, in un periodo caldo, può anche configurare una responsabilità penale per detenzione incompatibile e produttiva di gravi sofferenze. Diversi sono precedenti in tal senso che hanno comportato condanne da parte dei giudici: la Cassazione, con sentenza numero 14250 del 9 aprile, ha confermato la condanna inflitta dal tribunale nei confronti di due soggetti alla pena di 1.100 euro di ammenda ciascuno per la violazione dell’articolo 727 del codice penale, reato di abbandono e detenzione incompatibile di un animale”, si legge in un post firmato dall’avvocato Claudia Taccani sul sito dell’Organizzazione internazionale protezione animali