Il piano “Salva-casa” del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, recentemente approvato dal parlamento, rischia di arenarsi in Sicilia. Come emerge da una approfondita analisi svolta dall’assessorato regionale al Territorio, guidato dall’esperta Giusi Savarino, ben 9 degli 12 articoli che compongono la nuova normativa nazionale in materia edilizia non sono direttamente applicabili nell’isola senza un apposito recepimento da parte della Regione.
Come riporta il Giornale di Sicilia, si tratta di un intoppo non da poco per un provvedimento fortemente voluto dal leader della Lega con l’obiettivo di introdurre semplificazioni e mini-sanatorie in un settore, quello dell’edilizia, da sempre ostaggio di una burocrazia farraginosa. Tra le misure di maggior impatto rimaste per ora fuori dai confini della Sicilia ci sono proprio le sanatorie per le costruzioni realizzate in difformità, anche parziale, dai permessi di costruire. Stesso destino per il capitolo “edilizia libera”, con tutte le facilitazioni previste nel resto d’Italia per interventi minori come vetrate panoramiche, tende o pergolati. Le norme che nelle altre regioni consentono di sanare immobili realizzati rispettando discipline edilizie diverse da quelle poi entrate in vigore, la cosiddetta “doppia conformità”, sono anch’esse prive di efficacia in Sicilia.
Il motivo è che nel 2016 la stessa Regione aveva emanato una propria legge che dettava regole più restrittive in molte delle materie ora oggetto dell’intervento nazionale targato Salvini. E quella legge regionale, la numero 16 del 2016, continua ad avere la precedenza impedendo l’applicazione di norme più permissive approvate successivamente a Roma. L’assessore Savarino ha ora in programma di correre ai ripari in tempi rapidi. Come spiegato in una circolare che oggi arriverà a tutti i Comuni siciliani e alle associazioni di categoria, già a settembre sarà presentato all’Assemblea regionale un disegno di legge per recepire integralmente nell’isola le nuove norme nazionali, senza modifiche.
L’iter legislativo si preannuncia veloce, con l’obiettivo di uniformare in pochi mesi la Sicilia al resto d’Italia ed evitare disparità di trattamento intollerabili per cittadini e imprese. Non tutto però è perduto, perché la legge nazionale si applica comunque laddove quella regionale non aveva disciplinato la materia. È il caso di tre importanti articoli, a partire da quello che allenta i vincoli sulle distanze tra i fabbricati. Altre norme nazionali valide da subito in Sicilia riguardano il mutamento d’uso urbanistico degli immobili e le tolleranze costruttive fino al 5% sui limiti di cubatura. L’assessore ha però escluso dal recepimento la discussa sanatoria delle case costruite abusivamente sulle spiagge siciliane prima del 1983, in attesa di un pronunciamento della Corte Costituzionale. Una scelta che ha evitato lo scontro con le associazioni ambientaliste, da sempre contrarie a qualsiasi condono edilizio sul demanio marittimo.