A Santa Cistina Gela la realizzazione del forno crematorio rischia di svanire. Con una mossa inattesa si sono dimessi tre dei quattro assessori della giunta di centro destra. Anna Maria Salerno, Alberto Petta e Giuseppe Fusco, tra i promotori del Tempio crematorio, non hanno accolto la richiesta del sindaco Cangialosi di fare marcia indietro sulla costruzione dell’opera, all’interno del territorio comunale.
Il “Tempio crematorio” diventa caso politico
Preso atto della decisione, il primo cittadino ha provveduto a nominare tre nuovi assessori: Caterina Cangialosi, Francesco Piazza e Leonardo D’Angelo. La giunta è ora operativa – fanno sapere dal Comune -. Tra i primi impegni del nuovo esecutivo l’annullamento di tutte le delibere, relative alla realizzazione dell’impianto che avrebbe dovuto incenerire fino a tremila salme l’anno.
Settimane di protesta nella cittadina
La decisione del sindaco arriva dopo settimane di proteste, raccolta di firme e la costituzione di un comitato cittadino “No forno”, nel piccolo Comune. Il forno per legge si deve realizzare nel cimitero e la struttura era troppo vicina al paese. Da qui la protesta e la decisione del sindaco di recedere dalla costruzione dell’impianto.
A inizio giugno la cittadina tappezzata di manifesti
Manifesti con la scritta “No al forno crematorio” erano comparsi a inizio giugno sui balconi delle case e davanti all’ingresso del bar e delle botteghe.La protesta a Santa Cristina Gela, centro con appena seicento abitanti, uno dei più piccoli comuni della provincia di Palermo, era esplosa così. Residenti e operatori contestavano la decisione della Giunta comunale di far costruire un forno crematorio all’interno del cimitero. Un’opera da realizzare, con il sistema del project financing, da un consorzio di imprese, capofila la Civil Engineering Service di Andria. Le procedure di gara sono state completate nei giorni scorsi. A preoccupare i cittadini non solo i rischi per la salute e per l’ambiente. Per settimane, però, la battaglia è stata più politica, fino alle dimissioni degli assessori che hanno fatto seguito alla marcia indietro del sindaco
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