Niente da fare per la “salva ineleggibili“, almeno per ora. Rinviata la seduta dell’Ars, che era stata sospesa solo per pochi minuti per la bagarre nella maggioranza dopo la scelta dei deputati di FdI di abbandonare i lavori in seguito alla bocciatura, da parte dell’aula, della richiesta del parlamentare Carlo Auteri (FdI) di invertire l’ordine dei lavori a sala d’Ercole per esaminare il disegno di legge cosiddetto al posto della riforma delle Province.
Lo scontro all’Ars
I deputati di Fratelli d’Italia, gruppo più numeroso all’Assemblea siciliana con 13 deputati, hanno abbandonato l’aula parlamentare. Sulla richiesta di invertire l’ordine dei lavori la maggioranza di centrodestra si è spaccata, pochi minuti prima invece era rimasta compatta respingendo una pregiudiziale del Pd secondo cui la riforma delle Province con la reintroduzione del voto diretto – primo punto all’ordine del giorno della seduta di questo pomeriggio – sarebbe incostituzionale poiché la legge Delrio, con l’elezione di secondo livello, è ancora in vigore.
Dopo il voto con cui è stata respinta la proposta di Auteri, il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate (Dc) ha letto la relazione sulla riforma delle Province. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno intanto aveva lasciato la presidenza al suo vice Nuccio Di Paola (M5s), ma a quel punto i parlamentari di Fratelli d’Italia hanno abbandonato la seduta. In aula è scoppiata la bagarre. I lavori sono stati rinviati.
Le critiche dell’opposizione
“La stessa maggioranza che ha votato in commissione il ddl salva- ineleggibili ha smentito se stessa andando in frantumi sul voto per l’inversione dell’ordine del giorno che avrebbe consentito di esaminare la norma. Un vero e proprio corto circuito che ha evidenziato le crepe tra i partiti di governo. A questo punto anche la legge per il ritorno alle province appare in salita”. Lo dicono i capigruppo di opposizione all’Ars Michele Catanzaro (PD), Antonio De Luca(M5S) e Matteo Sciotto (Sud chiama Nord)
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