Si avvicina la scadenza del 31 luglio 2017, termine improrogabile del pagamento per la rottamazione delle cartelle esattoriali, e numerosi contribuenti non hanno ancora ricevuto la documentazione necessaria, pur essendo stato fissato dalla legge al 16 giugno 2017 il termine ultimo per l’invio della stessa.
“Tale ritardo, oltre a calpestare i più elementari diritti, ingenera uno stato di ansia e di agitazione nei contribuenti costretti a recarsi all’alba presso gli sportelli di Riscossione Sicilia e attendere il proprio turno in file estenuanti, con l’eventualità di aver perso tempo vanamente” afferma Emanuele Bonomo, presidente di Adiconsum Catania.
Infatti, spiega in un comunicato l’associazione, in tanti casi la dichiarazione di adesione non è stata ancora elaborata, in altri è stata rigettata senza invio di nessuna comunicazione e senza che l’operatore di sportello sia stato messo in condizioni di precisarne i motivi: i contribuenti sono solo invitati ad attendere la relativa comunicazione con la spiegazione che i casi di rigetto potrebbero essere riconducibili a un eventuale piano di rateazione non rispettato, o a un pignoramento in corso.
“La nostra associazione – dice Franco Giuffrida, responsabile dello Sportello Tributi di Adiconsum Catania – ha ricevuto diverse lamentele da parte di contribuenti che non hanno avuto riscontro alla dichiarazione di adesione e temono un rigetto, avendo subito un pignoramento presso terzi per cui è ancora in corso un giudizio presso l’Autorità competente, senza che le somme siano state assegnate”.
Invece al riguardo l’articolo 6 del D.L. n.193/2016 è molto eloquente: al comma 5, secondo periodo, recita: “L’Agente della Riscossione, relativamente ai carichi definibili ai sensi del presente articolo […] non può altresì proseguire le procedure di recupero coattivo precedentemente avviate, a condizione che non si sia ancora tenuto il primo incanto con esito positivo ovvero non sia stata presentata istanza di assegnazione ovvero non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione di crediti pignorati”.
In una delle sue esternazioni sui media – ricorda l’associazione – (vedi in allegato copia del giornale “La Sicilia”), Antonio Fiumefreddo amministratore unico di Riscossione Sicilia S.p.a. si vantava di aver introdotto con un investimento di €.400.000 “una rivoluzione tecnologica che servirà a svuotare le sale d’attesa”.
“Da adesso, assicurava, i diritti non si scambiano, perché sono on line per tutti”, mentre, riguardo al personale dichiarava: “Quando il sistema sarà a regime, molto del personale utilizzato allo sportello per rispondere all’enorme mole di richieste di informazioni potrà essere reimpiegato altrove”.
“È invece evidente – afferma Vincenzo Romeo, presidente di Adiconsum Sicilia – che in tutte le ex province si sono verificate delle carenze nell’organizzazione del servizio e nella gestione delle risorse umane con utilizzo di personale non sempre adeguatamente formato; inoltre la tardività delle comunicazioni e i rigetti infondati costringeranno i contribuenti ad adire gli organi competenti generando un notevole contenzioso che si tradurrà in un aggravio di costi a carico della Regione Siciliana o meglio dei contribuenti”.
In merito alla sbandierata ‘rivoluzione tecnologica’, conclude l’associazione, l’amministratore unico spieghi ai contribuenti come mai Riscossione Sicilia non ha reso lo stesso servizio adottato fuori dalla Sicilia da Equitalia. Quest’ultima, infatti, a partire dal 16 giugno 2017 ha reso disponibile nell’area riservata del suo sito la copia della comunicazione contenente l’ammontare delle somme dovute e tutte le informazioni necessarie in merito all’accoglimento o eventuale rigetto dell’adesione o di singoli carichi con le specifiche motivazioni di esclusione. Inoltre, ha previsto la possibilità di pagare solo alcune delle cartelle e, quindi, di avere i nuovi bollettini RAV, nonché di segnalare eventuali difformità”.