Il cimitero dei Rotoli di Palermo è completamente nel caos. L’emergenza cimiteriale, in corso da oltre due anni, sta vivendo in questi giorni un nuovo apice, una nuova pagina vergognosa per la città. Sono diventate circa 1300 le bare presenti nei depositi del camposanto di lungomare Cristoforo Colombo. Feretri che attendono da mesi e, in alcuni casi, da più di un anno una degna sepoltura. Un problema a cui non si riesce a trovare una soluzione definitiva e per la quale, comunque, bisognerà attendere l’insediamento della nuova Giunta, con la relativa nomina del nuovo assessore ai Servizi Cimiteriali. Indicazioni alla quale si dovrà aggiungere anche quella di un nuovo dirigente. Quello vecchio, ovvero Ferdinando Ania, ha lasciato il servizio nelle ultime settimane, andando così in pensione.

Il caldo compromette la tenuta di alcune bare

Una situazione che si è aggravata nelle ultime settimane, con un nuovo aumento delle salme a deposito. Tutto fermo in attesa che la macchina amministrativa ritrovi la propria testa e le proprie falangi. Un paradosso visto che, quasi tutti i candidati nelle scorsa campagna elettorale, avevano certificato la situazione del cimitero dei Rotoli come priorità della futura consiliatura, inserendola all’interno dei provvedimenti da intraprendere nei primi cento giorni. Di giorni ne sono passati praticamente trenta dalla fine delle elezioni e ancora nulla si è mosso.

A muoversi e a fare danno è invece il caldo. L’ondata di afa delle ultime settimane ha aggravato la situazione delle bare a deposito, in particolare di quelle poggiate a terra all’interno delle tensostrutture. A preoccupare maggiormente i lavoratori del cimitero sono le salme dell’Opera Pia, realizzate in legno compensato per le fasce di popolazione più indigenti. Feretri che però non sono dotati delle valvole e della rivestitura in zinco. Elemento che le espone maggiormente agli effetti dell’innalzamento delle temperature, compromettendone la tenuta. Nei giorni scorsi, circa venti bare sono rimaste danneggiate da tale fenomeno, anche se il numero rischia inevitabilmente di aumentare con il proseguire del caldo.

Sepolture immerse fra le erbacce, fontane perdono acqua

E’ in generale il cimitero dei Rotoli ad essere in emergenza. Lo dimostra la situazione in cui versano le sepolture presenti nei campi d’inumazione della parte alta. Fatto immortalato nella nostra live del 19 giugno tenuta fra la sezione 469 e 470. Luoghi già tristemente noti alla cronaca come aree dove, lo scorso anno, si sono verificate incursioni di cinghiali. Una situazione ben diversa, quella dell’area in questione, ma altrettanto tragica. Le tombe sono letteralmente ricoperte di erbacce che rendono impossibile perfino raggiungerle. Inoltre i cestini, non puliti da tempo e strabordanti di spazzatura, si sono rotti e hanno riversato il proprio contenuto sulle scale e nei relativi terreni limitrofi. Scale divenute ormai delle barriere architettoniche, fra rami di alberi, erbacce e rifiuti di ogni genere riversati su di esse. Un quadro decisamente triste, figlio dell’impossibilità, da parte degli operatori di Reset, di recarsi sul posto. Ciò per la mancanza del collaudo della rete anti-caduta massi.

Una situazione confermata nella sua drammaticità anche nel nostro sopralluogo odierno. Viaggio, quello all’interno del camposanto, nel quale si sono riscontrate anche altre criticità abbastanza peculiare. Mentre nel Nord Italia si patisce l’assenza d’acqua, all’interno del cimitero dei Rotoli diverse fontane perdono acqua in strada. Fatto che va avanti da diverso tempo, come dimostra la lunga scia di muschio lasciata a terra dal decorso dell’acqua. Disservizi che, si spera, verranno riparati al più presto ma che danno l’idea del caos imperante nel camposanto. Se una civiltà si giudicasse dal modo in cui tratta i suoi morti, l’immagine di Palermo non ne uscirebbe bene.

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