Una volta era la spiaggia dei palermitani, punto di ritrovo della città nel periodo estivo. I principali stabilimenti balneari del capoluogo siciliano erano qui. Oggi, di quella magnificenza, è rimasto poco o nulla. La spiaggia di Romagnolo è lentamente affondata in un profondo anonimato. A testimoniarlo la fitta distesa di spazzatura che popola l’arenile a tempo indeterminato. Ma c’è chi, nel rumoroso silenzio delle istituzioni, prova a dare il proprio contributo con piccole azioni che possono però fare tanto nel mantenimento di quel decoro urbano tanto caro quanto difficile da mantenere in città.
La spiaggia di Romagnolo è sicuramente uno di quei gioielli perduti della Costa Sud sui quali la redazione di BlogSicilia cerca di accendere i riflettori. Dall’ex Argenteria di via Messina Marine al parco Libero Grassi, passando per il parco a mare dello Sperone e il porticciolo della Bandita. Tutto all’ombra di una grossa variante urbanistica riguardante la costa ad oggi solo annunciata. La partita per il rilancio della città si gioca sul filo dei tempi imposti dai fondi europei. Che l’Amministrazione guidata da Roberto Lagalla poggi le sfide del futuro su fondi extra-comunali non è di certo un mistero.
A ribadirlo c’è perfino il bilancio di previsione 24-26, approvato in fretta e furia venerdì 15 marzo. Un documento contabile decisamente tecnico nel quale gli uffici di Palazzo delle Aquile possono contare davvero su poche economie proprie. Particolare incidenza hanno i fondi comunitari. Ma Europa vuol dire celerità e certezza. Fondamentali sui quali il Comune di Palermo non è stato sempre performante ma sui quali dovrà imparare ad esserlo. Nel mentre che la partita sulla riqualificazione della Costa Sud va avanti, bisogna fare i conti con il presente. Le tinte di questo scenario sono al momento molto tendenti al grigio. Basta guardare allo stato in cui versa la spiaggia di Romagnolo e il suo pontile. L’arenile risulta pieno di spazzatura. Il ponte è ormai dilaniato dalle fiamme che lo hanno colpito negli ultimi anni, diventando così punto di riferimento solo degli amici di strada in cerca di un tetto di fortuna sopra la testa.
Qualcuno però tenta di opporsi al degrado dilagante. Non stiamo parlando della maestranze comunali, ma bensì di privati cittadini. I palermitani di oggi ripuliscono l’arenile dei palermitani di una volta. Una sorta di volontà di ridare splendore al bello, alla natura che ci circonda. L’ultima iniziativa in tal senso è stato condotta sabato 23 marzo. Sulla spiaggia di Romagnolo, di mattina, hanno presenziato una ventina di volontari di un’azienda privata, coordinati dagli esponenti dell’associazione Retake. Fra questi c’era anche Marco D’Amico, presidente del gruppo civico, il quale ha fatto il punto sullo stato dell’arenile della II Circoscrizione.
“Questa era la spiaggia dei palermitani. Mondello era considerato come qualcosa fuori di Palermo. I palermitani venivano qui. Oggi cosa è diventato? Una discarica a cielo aperto. Dopo il “sacco di Palermo”, qui sono venuti a buttare gli sfabbricidi. Scavando si trova di tutto. Non solo semplici rifiuti, ma anche piastrelle di ville Liberty, i cui residui sono stati gettati qui. Stiamo cercando di attrarre l’attenzione. Pulire non basta. Occorre un’azione del Comune, delle istituzioni. Bisogna riqualificare la costa. I fondi ci sono. Il momento è quello giusto“.
Uno sguardo poi va allo sfondo, allo scheletro di quello che una volta era il pontile di Romagnolo. “Riaverlo in condizioni dignitose sarebbe fondamentale – dichiara D’Amico -. Durante le operazioni di pulizia, ho chiesto ai volontari di non andare lì. Basta uno sguardo dall’esterno. Ormai è una discarica. E’ diventata “casa” di diversi clochard che stazionano, dormono o addirittura abitano lì. E questo non è da paese civile”. Un problema che non riguarda purtroppo solo l’area di Romagnolo, bensì l’intera Costa Sud.
Procedendo verso il cuore della seconda Circoscrizione infatti, troviamo il porticciolo della Bandita. Un’area dedita alla pesca ma con la volontà di diventare polo attrattivo per i palermitani durante le belle giornate. Peccato che anche qui il degrado regna sovrano. Rifiuti ingombranti e spazzatura di ogni genere, fatto su cui i pescatori hanno chiesto maggiore tutela. Fatto sul quale si è registrata l’approvazione in Consiglio Comunale del nuovo progetto relativo al nuovo waterfront della zona. Ma il tempo, come si suol dire, è tiranno. I lavori dell’intero progetto (piscina compresa) dovranno essere completati con collaudo annesso entro e non oltre il 30 giugno 2026. Ciò per le scadenze imposte dal regolamento sui fondi del PNRR con cui si sta finanziando l’opera. Questo vuol dire che, volendo rispettare le tempistiche previste, gli interventi dovrebbero partire entro il 30 giugno 2024. Fatto che lascia soltanto sei mesi per completare la progettazione esecutiva dell’opera con la quale si punta ripristinare il rapporto fra Palermo e la sua costa. Un progetto ambizioso e che punta ad espandere molto in avanti l’attuale linea di costa.
Si parla di una piscina olimpionica non competitiva da 25×50 metri e di due metri di profondità. Milleduecentocinquanta metri quadri di acqua dolce destinati ad allenamenti agonistici. Accanto, secondo il progetto, dovrebbe sorgere una piscina interamente destinata all’attività dei bambini, con una profondità che varia dai cinquanta centimentri ai due metri di altezza. Agonismo ed attività ludico-ricreative che coesistono insieme a pochi passi dal mare. Un impianto che sarà dato, con ogni probabilità, in gestione ad una o più società sportive. Ma quali? Nell’area non sembrano esservene presenti. Nulla però vieta di crearne di nuove, fornendo spazi ed attività alle famiglie della II Circoscrizione.
C’è poi l’ex Argenteria di via Messina Marine. Una volta gioiello della manufatturiera di Palermo, oggi terra di degrado e per tossicodipendenti. Il bene, ad oggi di proprietà di privati, rappresentava una delle perle produttive della Costa Sud. Come sopra ribadito, il fermento di progetti in Costa Sud non manca, anche se fra luci ed ombre. E in uno di quegli angoli oscuri deve essere finita proprio l’ex Argenteria di via Messina Marine. Un bene abbandonato, profonato, privato di ogni genere di struttura, utensili e sottoservizio. Vetri rotti, cavi rubati, travi tranciate e pesanti danni strutturali. L’incidere del tempo si è fatto sentire, così come l’azione dei vandali. Un immobile che è diventato un polo di riferimento, purtroppo, anche per i tossicodipendenti della zona. Avventurandosi all’interno della struttura, si possono notare materassi e diverse siringhe usate, segno che qualcuno nel passato recente ha fatto uso di sostanze stupefacenti.
Spostandosi verso il confine della città troviamo il parco intitolato a Libero Grassi, l’imprenditore palermitano che pagò con la vita il suono al racket del pizzo. L’area verde è stata inaugurata nel 2014, ma in realtà non ha mai aperto i battenti. Ciò a causa di un piano di bonifica ancora da eseguire. Fatto che ha portato perfino la figlia del simbolo della lotta alla mafia Alice Grassi, ad ipotizzare negli scorsi mesi di richiedere il ritiro dell’intitolazione. Il degrado dell’area verde è evidente. Quello che dovrebbe essere un luogo di ritrovo per le famiglie è diventato una discarica dove è possibile trovare perfino delle carcasse di auto segnate e lasciato sul posto.
Il 31 maggio 2023, la conferenza dei servizi aveva dato parere positivo per l’approvazione del progetto. Ulteriori notizie sono arrivate il 1 luglio 2023. In una nota congiunta, l’assessore al Patriomonio Andrea Mineo e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla hanno fatto il punto sullo stato dell’area verde della II Circoscrizione. Fatto a cui è seguito, a fine agosto, il parere positivo della commissione tecnico scientifica della Regione Siciliana.
Gli ultimi aggiornamenti sul progetto di riqualificazione sul parco Libero Grassi risalgono ad ottobre 2023. In quell’occasione, la Giunta Comunale ha approvato il progetto esecutivo di messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale dell’ex discarica di Acqua dei Corsari. Luogo nel quale sorge l’area verde dedicata alla memoria dell’imprenditore ucciso dalla mafia nel 1991. Un’intitolazione simbolica che aveva come obiettivo quella di esprimere la presenza dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Ma da tempo ormai la zona versa in un profondo stato di abbandono ed incuria, divenendo peraltro una discarica a cielo aperto dove gli incivili hanno scaricato materiale di ogni genere e perfino auto rubate. Fatto più volte documentato dalla redazione di BlogSicilia, anche nella più ampia ottica di un rilancio, più volte annunciato, non solo dell’area di Acqua dei Corsari, ma dell’intera Costa Sud. Da capire quando quest’ultimi potranno iniziare, in modo da dare il via libera alla riqualificazione del parco Libero Grassi.