Immediata missione romana per l’assessore regionale per l’Economia Marco Falcone subito dopo l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri di due articoli e tre commi della legge di stabilità approvata dalla Sicilia a gennaio.
Immediato l’incontro di approfondimento al Mef )Ministero dell’economia e della Finanza) su queste norma della finanziaria impugnata e alcune altre norme del collegato alla finanziaria regionale che presenterebbero profili per essere impugnate a loro volta nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri.
Ieri sera il CdM ha impugnato due articoli della legge di stabilità regionale: la trasformazione del Cefpas in ente del sistema sanitario e gli aumenti per i regionali. “Non c’è alcun problema per la legge di stabilità regionale, sono soltanto due le norme impugnate dal Consiglio dei ministri e sono di natura marginale – dice l’assessore Falcone – L’impianto rimane in piedi, anzi quest’anno siamo particolarmente soddisfatti perché il Mef ha apprezzato l’impianto che il Parlamento assieme al governo Schifani ha voluto dare alla legge di stabilità”. Per quanto riguarda il collegato “da oggi apriremo un confronto col Mef per capire le norme che andranno salvate e quelle su cui invece dovremo soprassedere e le rinvieremo ad altro viatico legislativo”.
La preoccupazione, però, c’è e riguarda altri 30 articoli del collegato più che le norme impugnate. Con una nota recapitata a Palazzo d’Orleans ieri pomeriggio, infatti, il governo nazionale, con in testa il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli ha annunciato che si prepara a impugnare quadi un terzo dei 141 che compongono il “collegato” alla Finanziaria.
La norma di maggior peso ora a rischio è quella che introduce un incentivo da 18mila euro all’anno, per una spesa di 10 milioni, per i medici in servizio negli ospedali delle piccole città. Secondo Roma, scritta così questa norma si presterebbe a continue proroghe e potrebbe legittimare gli stessi aumenti anche per altri medici “con rapporto convenzionale”. Il tutto non sarebbe compatibile con la contrattazione collettiva nazionale.