- Fotografia, i ritratti di Peppino Romano che catturano gli stati d’animo
- L’intervista al fotografo siracusano di nascita ma palermitano di adozione
- Romano dichiara: “E’ dal buio che nasce tutto”
Non necessariamente una foto-ritratto deve ottenere successo grazie al suo lato estetico, ma con quello dell’anima e della sua resurrezione, e quindi tramite lo scatto fotografico esprimere sé stessi e il proprio fascino. In un universo che si manifesta ormai quasi solo attraverso il web, bara chi afferma il contrario o comunque fa parte di una minoranza sempre più ristretta.
I ritratti di Peppino Romano e la bellezza non canonica
Grazie all’obiettivo di Peppino Romano, tutto diventa possibile perché lui imprigiona nei suoi ritratti, per lo più di donne (ma ci sono anche tanti uomini), una sorta di bellezza non esattamente canonica ma rivolta anche alla parte interiore perché chi si siede di fronte a lui dopo un po’ si sente completamente a suo agio.
I suoi ritratti sono famosi da tanto tempo.
Un’immagine fissata nella mente
Peppino, In base a quale criterio scegli i soggetti da fotografare? Te lo avranno domandato centinaia di volte, visto che fotografi da quando eri un ragazzino…
“Scelgo solo quando mi si fissa in mente un’immagine. Mi spiego meglio: Spesso mi capita di immaginare un ritratto con delle caratteristiche precise…taglio, luce, atteggiamento del soggetto e poi attraverso le mie conoscenze individuo qualcuno che assomigli il più possibile al soggetto del ritratto che ho immaginato. Ed ecco che poi lo realizzo”.
Ritratti che hanno spopolato nel web
Avrai centinaia di commissioni perché i tuoi ritratti hanno letteralmente spopolato nel web, a chi dai priorità?
“Non esiste un ingresso prioritario. In genere, semmai, cerco di agevolare chi ha fretta di “fare uscire” la propria foto per un articolo, un libro o comunque un’immagine pubblicitaria necessaria immediatamente per vari motivi”.
Dal buio nasce tutto
Scegli quasi sempre un fondo nero, è casuale o c’è un motivo ben preciso?
“Eh, ti direi che è dal buio che nasce tutto…mi fa pensare alla resurrezione dell’anima, dopo un periodo di oblio più o meno lungo, anche alla potenza del soggetto che viene fuori dall’oscurità e afferma se stessa.
Inoltre trovo che il nero sia molto sobrio e sexy”.
Personaggi emblematici
Chi sono i tuoi personaggi emblematici e non? Ho riconosciuto qualcuno, ma preferirei dare a te la parola
“Per me sono emblematici tutti quegli artisti che sono riusciti ad inchiodarmi davanti le loro opere. Opere delle quali non mi sono scordato mai più. Non sono emblematici tutti gli altri. Certamente, a prescindere dal sentire comune, di cui in genere mi disinteresso”.
La sintonia necessaria
Quando uno scatto può definirsi ‘riuscito’ e immagino ci voglia del tempo prima che chi ti sta di fronte si sciolga, come fai affinché ciò accada?
“Spiego la mia idea e trovo dei punti di incontro per entrare in quel minimo di sintonia che è necessaria, per la realizzazione di un ritratto straordinario. Del resto, è pressoché inutile scattare se il soggetto in questione ha dei dubbi o non si sente a proprio agio”.
Entrare in contatto con i propri sentimenti
Intendo, cosa chiedi a chi si mette davanti al tuo obiettivo, tipo di pensare a qualcosa in particolare, oppure, che ne so, cacciare un urlo per eliminare ogni tensione, o mettersi a parlare finché non raggiungano il punto in cui tu puoi cominciare a scattare…?
“In genere chiedo ai miei soggetti di entrare in contatto con se stessi e con la maggior parte dei loro sentimenti. A volte questo avviene in modo molto spontaneo e naturale. A volte meno. Ma soprattutto chiedo loro di divertirsi e di godersi quell’esperienza, che mi dicono essere terapeutica e anche piuttosto stimolante”.
Tenere a bada le luci e le ombre
Ho notato, ma forse mi sto sbagliando, che ci sono solo foto scattate in studio…
“Comprenderai benissimo che scattare in esterno è molto più complicato per via delle luci che cambiano ora dopo ora. Preferisco lavorare tenendo a bada tutte le luci e tutte le ombre. E senza elementi di disturbo o di distrazione intorno”.
Dimmi qualcosa che non ti hanno mai chiesto o domandato
“Vorrei tanto che mi chiedessero quello che non mi hanno mai chiesto”. (Ride)
Ormai si vive sempre più nel web, sui social, pandemia a parte, quindi quanta importanza ha assunto presentarsi con una foto fatta in un certo modo? Ti sembrerà banale, ma…
“Ti darò una risposta banale, forse… Trovo essenziale presentarsi con una foto adeguata. Una foto sgradevole mi fa temere che sia sgradevole anche chi la usa”.
Donne e uomini di tutte le età
Fotografi solo persone, per lo più donne, chi sono, tranquillo non voglio sapere nomi e cognomi, non è che sia un segreto…
“Infatti non è un segreto (ride) …anche se in effetti, qualcuno non ama l’idea di essere pubblicato. Dunque, sono donne e uomini di tutte le età. Per lo più, persone che utilizzano i ritratti di se stessi per motivi legati al proprio lavoro. Ma anche chiunque abbia voglia di avere delle foto speciali per motivi speciali”.
Chi vorresti fotografare?
“Solo soggetti molto motivati a realizzare dei ritratti straordinari di se stessi”.
Una mostra e un libro di ritratti
A cosa stai lavorando adesso?
“In questo periodo oltre tutto il resto, sto preparando una mostra che sarà inaugurata a breve insieme ad una grande artista che esporrà le sue tele. Inoltre sto selezionando gli scatti da inserire nel mio prossimo libro di ritratti.
Chi è Peppino Romano
Siracusano di nascita, Peppino Romano ancora bambino lascia la città aretusea e si trasferisce a Palermo con la famiglia. Qui passa gran parte della sua infanzia e adolescenza e scopre la gioia di fotografare a soli otto anni. Quando il capoluogo palermitano comincia a rappresentare un limite, appena maggiorenne, vola prima a Torino e poi a Milano. Siamo agli inizi degli anni novanta – o se vogliamo – alla fine dei “mitici anni ’80”. Milano è crocevia di popoli, punto di riferimento per la moda, la musica e la cultura. Peppino ancora giovanissimo si ritrova in un ambiente estremamente stimolante da cui trarre ispirazione e su cui implementare la sua produzione artistica.
Milano diventa così la città della sua formazione. E’ qui infatti, che frequenta un corso di fotografia e successivamente un corso di fotografia di moda. Ed è qui che comincia a perfezionare il suo stile artistico collaborando con alcune prestigiose agenzie di moda. Per circa un decennio, Milano è la città di elezione che offre opportunità, incontri stimolanti, luoghi di ispirazione, fino a quando la vita, non lo mette dinanzi a nuove occasioni professionali e ad un nuovo – non previsto – ritorno in Sicilia.
Palermo nel frattempo è molto cambiata, ma è cambiato anche Peppino Romano.
E’ più maturo e pronto per una nuova avventura e per realizzare progetti più articolati.
Dalla Palermo mediterranea, arabeggiante, normanna, dalle molteplici sfaccettature etniche, ecco allora nascere e definirsi la sua nuova passione: il ritratto.
Si scopre estremamente appassionato per questo segmento della fotografia e vi si immerge totalmente, ottenendo un successo sempre maggiore, in tempi brevissimi.
E’ del 2015 la prima personale di Peppino Romano, dal titolo “I ritratti, le storie, le donne”. Un’interessante mostra dedicata al ritratto dei sentimenti e delle storie delle donne, composta dagli scatti fotografici dell’artista siciliano.
I ritratti di Peppino Romano, nonostante la diversità tra un soggetto e l’altro, hanno un’uniformità che li accomuna. La costante, non sono solo i soggetti prevalentemente femminili, ma la capacità di cogliere in ognuno di loro, l’essenza, il carattere o la predisposizione ad essere scrutabili dall’occhio impetuoso di un fotografo che vuole l’anima, ma te la chiede con rispetto, con infinita pazienza e la straordinaria capacità di fare coincidere la tecnica con l’introspezione psicologica.
Gli stati d’animo, emergono in donne e uomini diversissimi tra loro, per età, sguardi, ma anche vissuti che in alcune espressioni, emergono prepotentemente. Gli scatti di Romano sono particolarmente apprezzati per la modalità di comprensione diretta, che poco spazio lasciano all’immaginazione.
Per comprendere un artista nella totalità non sono sufficienti pochi scatti, si avrebbe solo una visione riduttiva di un lavoro di anni. Ma pochi scatti possono chiarire cosa ama fotografare Peppino Romano, sopra ogni cosa: gli stati d’animo.
I suoi ritratti suggeriscono il temperamento, o comunque, forniscono degli elementi che dicono moltissimo del soggetto fotografato.
La percezione
Conclude Peppino Romano: “Quando arrivano nel mio studio, cerco sempre di stimolare in loro quanti più sentimenti possibili, studiando espressioni e linguaggio del corpo.
Trovo necessario entrare in contatto e confrontarmi con ognuno di loro. Questo è importante per lavorare in perfetta sintonia durante tutto lo shooting ed ottenere il miglior risultato. Con alcune persone, avviene tutto con grande naturalezza. Altre per carattere o per predisposizione sono più “resistenti”, pertanto, bisogna stabilire uno scambio, in un contesto sereno e conciliante. In un modo o nell’altro, il risultato finale è sempre entusiasmante. Molti di loro restano sorpresi nel vedere la loro bellezza emergere, magari dopo un lungo periodo di oblio. Non è raro sentirmi dire che il servizio fotografico in studio è stato molto stimolante anche da un punto di vista psicologico, avendo ottenuto ognuno una nuova, diversa consapevolezza di sé”.
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