Il governo giallo-verde ritira dal decreto “Sblocca cantieri” l’emendamento che istituiva il fondo salva-imprese e mette di nuovo in discussione il futuro della CMC di Ravenna che in Sicilia detiene debiti nei confronti di un centinaio di imprese siciliane. Il fondo doveva garantire un’anticipazione di almeno il 70% dei crediti vantati dalle imprese siciliane. I cantieri subiscono adesso un altro stop.
“Avendo appreso dalla stampa che il governo nazionale, dopo la ricomposizione dei rapporti fra M5s e Lega, ha improvvisamente ritirato ieri dal decreto Sblocca Cantieri l’emendamento con cui si istituiva il Fondo salva-imprese col quale avremmo ricevuto un’anticipazione sui nostri crediti pari al 70%, siamo costretti nostro malgrado – a meno di ripensamenti odierni dell’Esecutivo prima del voto finale al Senato – ad avviare le procedure per comunicare alle Prefetture, all’Anas e ai sindacati l’immediato blocco di ogni attività nei cantieri lungo la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento”. Lo scrive il Comitato delle oltre cento imprese siciliane creditrici del gruppo Cmc di Ravenna, annunciando inoltre “l’avvio di contatti con il Comitato delle imprese creditrici del gruppo Astaldi impegnate nel cosiddetto Quadrilatero, per esercitare sul governo nazionale un pressing unitario, da Nord a Sud, senza escludere nemmeno una ‘marcia su Roma’ per chiedere un incontro al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte”.
Il comitato rivolge un appello anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarealla affinchè possa impegnarsi in prima persona nella risoluzione della grave crisi di liquidità della società di cooperative CMC. “Rivolgiamo anche un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, – spiega il Comitato – perché ci aiuti a fare comprendere alla politica tutta che questo non è un problema della sola Sicilia, l’ultima provincia dell’impero della quale non importa nulla a nessuno, ma è un dramma che ha messo sul lastrico l’intero Paese, con migliaia di imprese che da anni non ricevono pagamenti per almeno un miliardo di euro”.
E’ per questo che il Comitato condanna “la superficialità e l’indifferenza con la quale, in particolare, dallo scorso mese di febbraio è stata trattata la vertenza di cento imprese siciliane e 2.500 lavoratori, sacrificati in nome della propaganda. La visita ai cantieri fatta dal premier Giuseppe Conte, accompagnato dal ministro Danilo Toninelli, è stata vanificata dai comportamenti successivi di chi avrebbe dovuto tradurre gli impegni politici in fatti concreti. Prima si è attaccato e bloccato il governo regionale che voleva pagarci subito, poi si sono assunti impegni solenni, convocate riunioni al tavolo tecnico, decisi continui rinvii motivati con la conversione in legge dello Sblocca Cantieri. Risultato? Passate le elezioni, zero su tutta la linea e imprese che, per assecondare la richiesta di prosecuzione dei lavori, si sono ulteriormente indebitate”. “Di fronte a questa assoluta mancanza di credibilità da parte di chi, non richiesto, voleva dimostrare chissà cosa – conclude il Comitato – auspichiamo che almeno quelle forze di governo che si sono mostrate più sensibili verso i problemi dell’imprenditoria italiana oggi dimostrino di volersi davvero occupare del Paese tutto, tutelandoci alla stessa stregua delle aziende del Nord e proponendo una soluzione non propagandistica ma diretta, semplice, chiara, efficace e immediata”.