“Siamo pronti per ricominciare. Sono settimane che lavoriamo per questo momento. Certo le linee guida sono arrivate a ridosso dell’apertura del ristorante, ma noi sono settimane che lavoriamo per questo appuntamento”.
Carmelo Grigliè gestisce insieme a Giovanni Monforte il ristorante pizzeria Arte e Tradizione alla Kalsa a Palermo. “Abbiamo iniziato il primo maggio con l’asporto. Chi fa ristorazione sa bene che non si riprendono nemmeno le spese. Ma era fondamentale rimettersi in pista. Apparecchieremo fuori all’aperto.
I nostri clienti non troveranno tavoli già pronti. Tovaglie monouso, piatti bicchieri e posate verranno sistemate davanti ai clienti. Una volta finita la cena verrà tutto sanificato. I camerieri e i pizzaioli avranno mascherine e guanti. Chiediamo al Comune più suolo pubblico per potere accogliere nel modo migliore i clienti”. Ma se c’è chi ha deciso di aprire nonostante le tante restrizioni c’è chi resta chiuso. Come Gigi Mangia che ha un noto ristorante in centro in via Principe di Belmonte.
“Servono degli scudi per garantire ai ristoratori di potere lavorare in serenità. Uno contro le denunce e le richieste di risarcimento da parte dei clienti in caso di infezione. La responsabilità civile e penale non può ricadere sui ristoratori – dice Gigi Mangia – Poi ne serve un altro per evitare i fallimenti. In questa situazione drammatica è facilissimo. Servono garanzie e strumenti che questo non accada. Infine chiediamo al Comune il suolo pubblico. Noi siamo disposti a fare un patto. L’amministrazione ci conceda il suolo pubblico e noi ci impegnamo a mantenere il decoro nell’area che ci viene assegnata. In questo modo collaboreremo in modo concreto per rendere Palermo più bella di quanto già non sia”.
Intanto ieri a Palermo 150 imprenditori della ristorazione e non soltanto si sono radunati nella piazza della più importante istituzione culturale della città di Palermo. Hanno scelto di manifestare in piazza Vedi davanti al teatro Massimo il loro dissenso e confermare che non potranno riapriranno i loro locali come già avevano annunciato in diretta web durante il talk ‘Sicilia Anno Zero’ di BlogSicilia.
Non ci sono le condizioni per riaprire perché non c’è sicurezza, le regole sono tante e complesse oltre che poco chiare, si parla di responsabilità dell’imprenditore per il contagio e soprattutto non ci sono i soldi per ripartire e affrontare una lunga fase durante la quale i clienti saranno pochi.
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