I provvedimenti contenuti nel nuovo Dpcm non sono andati giù ai ristoranti, sempre più delusi dai provvedimenti decisi dal Governo nazionale nell’ambito del contrasto all’emergenza sanitaria da Covid19. Ad essere contestato dai professionisti del cibo è il divieto di spostamenti tra Comuni 25, 26 dicembre e 1 gennaio.
“La grande farsa dell’ennesima conferenza stampa andata in onda nella serata di ieri ha decretato la fine della ristorazione – commenta senza giri di parole il presidente provinciale dei ristoratori della FIPE Confcommercio Giovanni Trimboli -. Paghiamo la distrazione e l’incompetenza che è andata in scena questa estate con il Governo protagonista, che non adottando nessuna misura idonea al contrasto al Covid-19 adesso mette a rischio un intero settore imprenditoriale, il Made in Italy per eccellenza, la cucina mediterranea conosciuta in tutto il mondo”.
Con la Sicilia in zona gialla per i ristoranti, infatti, non è cambiato niente, anzi restano sempre i più penalizzati poiché non rientrano nel bonus ristori. In zona gialla il Governo non interviene finanziariamente. “Se non si aiutano i ristoranti in questa fase si rischia la chiusura di centinaia di imprese con la perdita di migliaia di posti di lavoro”. Questo l’allarme dei ristoratori siciliani.
“Resta incomprensibile il decreto sulla mobilità comunale del 25, 26 dicembre e 1 gennaio -, continua Trimboli - non è una questione di poco conto, riguarda migliaia di famiglie che abitano in zone limitrofe alla città, divise soltanto dai confini del proprio Comune ma a una manciata di chilometri dalla città, eppure non potranno venire a pranzare presso i ristoranti. Tutto questo è assurdo. Bisogna, a nostro avviso, rendere possibile, nel rispetto del buon senso, evitare che questo avvenga. Per questo chiediamo l’intervento delle alte cariche dello Stato presenti sul territorio, che almeno permettano gli spostamenti tra i Comuni dei fruitori senza essere sanzionati. Siamo stanchi di avere linee guida emanate da Dpcm senza un confronto parlamentare, con decisioni prese senza nessuna discussione con le categorie imprenditoriali. Per non parlare dell’ultima conferenza stampa del premier Conte, organizzata con l’intenzione di spiegare il contenuto del nuovo Dpcm-Natale, si è trasformata in una televendita per sponsorizzare carte di credito e banche” .