Palermo

Malori dopo la cena col Kebab, Carabinieri chiudono ristorante mediorientale

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo hanno notificato al titolare di un ristorante mediorientale sito nel centro storico del capoluogo, il provvedimento di chiusura dell’attività, emesso dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASP in seguito all’ispezione condotta dai militari e dai tecnici della prevenzione.

Controlli NAS su segnalazione dei cittadini

La verifica dell’esercizio commerciale, svolta dal NAS di Palermo nell’ambito della più ampia strategia di controllo a livello nazionale sugli illeciti commessi nel settore della ristorazione e della somministrazione e vendita di alimenti in genere, disposta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, scaturisce dalle segnalazioni indirizzate ai militari da alcuni cittadini, che avrebbero accusato malessere – tanto da ricorrere alle cure dei sanitari – dopo avere consumato cibo acquistato presso la ristorazione in argomento.

Carenze igieniche e alimenti sequestrati

Durante il controllo, gli specialisti dei Carabinieri ed i tecnici della prevenzione dell’ASP hanno riscontrato rilevanti carenze igieniche del locale che, unitamente alla mancanza di identificazione e tracciabilità delle preparazioni alimentari impropriamente conservate e sottoposte a sequestro, hanno determinato l’ASP, al fine di tutelare la salute pubblica, a procedere all’immediata sospensione dell’attività, mentre i Carabinieri del NAS hanno elevato alcune sanzioni amministrative pecuniarie nei confronti del titolare.

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Nas in un ristorante della Pescheria, sequestrati 40kg di pesce pericoloso

La tutela della salute pubblica e la lotta alle frodi alimentari rimangono una priorità per il Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania. Negli ultimi giorni, un’operazione congiunta tra i militari della Compagnia di Piazza Dante e i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (N.A.S.) di Catania ha portato alla luce una serie di violazioni in tre ristoranti di pesce situati nella rinomata zona della “pescheria” del centro storico.

Gravi irregolarità nel primo ristorante

L’operazione, volta a garantire la sicurezza alimentare di cittadini e turisti, ha rivelato un quadro preoccupante. Nel primo ristorante ispezionato, i Carabinieri hanno riscontrato gravi irregolarità nella gestione dei prodotti ittici. Non solo le tabelle relative alle temperature di conservazione degli alimenti non erano state compilate, ma il processo di congelamento era stato effettuato con procedure non conformi alle normative vigenti, utilizzando apparecchiature non idonee al mantenimento della catena del freddo. Questo ha portato al sequestro penale di ben 40 kg di prodotti ittici, considerati a rischio per la salute dei consumatori a causa dei probabili sbalzi termici subiti. La proprietaria, una donna di 52 anni, è stata denunciata per frode in commercio per aver omesso di informare la clientela, come previsto dalla legge, che alcuni prodotti nel menù non erano freschi ma decongelati, inducendoli in errore al momento dell’ordine.

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Violazioni nel secondo ristorante

Anche nel secondo ristorante controllato, i Carabinieri hanno riscontrato la stessa pratica fraudolenta: il titolare, un uomo di 59 anni, è stato denunciato per aver servito ai clienti alimenti decongelati spacciandoli per freschi.

Gravi carenze igienico-sanitarie nel terzo locale

Le irregolarità più gravi sono state riscontrate nel terzo locale ispezionato. Qui, i militari hanno sequestrato e disposto la distruzione di 18 kg di pesce privo di tracciabilità, requisito fondamentale per garantire la sicurezza alimentare nell’Unione Europea. La mancanza di documentazione che attestasse la provenienza e il percorso del pesce lo rendeva непридатним al consumo. Inoltre, il locale presentava gravi carenze igienico-sanitarie, con la presenza di blatte e altri insetti. Il proprietario, un uomo di 47 anni, aveva adibito un locale attiguo a deposito bevande, in violazione delle normative vigenti. L’uomo è stato diffidato dal proseguire l’attività e le autorità sanitarie competenti sono state informate per l’adozione di provvedimenti di sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni igienico-sanitarie. Complessivamente, l’operazione ha portato all’emissione di sanzioni per un totale di quasi 50.000 euro e al sequestro di alimenti per un valore di circa 1.500 euro.

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