Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla chiede agli assessori della sua giunta di rispondere tempestivamente alle interrogazioni provenienti dal Consiglio comunale. Ha inviato a tutti una nota facendo l’elenco delle richieste presentate dai consiglieri che non hanno ricevuto risposta. Il caso è stato sollevato a Sala Martorana da Fabio Giambrone del Partito democratico che ha evidenziato “la mancata risposta, a distanza di mesi, ad interrogazioni e atti ispettivi da parte di colleghi dell’opposizione. Dispiace dover constatare che il sindaco ha inviato una nota ai componenti della giunta come se non si parlassero tra di loro. Non ho memoria di note da parte di un sindaco che scrive agli assessori pregandoli di rispondere agli atti ispettivi”.
Giambrone, “Una amministrazione che non dialoga”
“Questo evidenzia un’amministrazione che non dialoga – aggiunge Giambrone – l’inadempienza può portare perfino alla decadenza del sindaco. È il termometro di come si sta amministrando la città”.
Nella nota, il sindaco chiede agli assessori “di impartire agli uffici di competenza le più opportune e sollecite direttive funzionali alla predisposizione, in tempi brevi, della documentazione afferente al riscontro degli elementi di risposta”. La legge impone alla giunta di fornire risposte entro 30 giorni.
Rimpasto al Comune, la quadra Forza Italia FdI ma restano i nodi DC Lega
Le trattative sul rimpasto al Comune di Palermo fanno un passo in avanti verso la sintesi. Dopo settimane di sostanziale impasse e di trattative sotterranee, le anime del centrodestra fanno qualche progresso in vista dell’accordo sul rinnovo della Giunta. Alla fine, Roberto Lagalla riuscirà con ogni probabilità a portare il proprio obiettivo a casa. Ovvero, cambiare sì qualcosa ma il meno possibile.
Con ogni probabilità infatti, gli avvicendamenti all’interno dell’esecutivo saranno solo un paio. Il primo riguarderà l’asse Forza Italia – Fratelli d’Italia. Uno degli elementi più spigolosi per Roberto Lagalla visto che scontentare qualcuno significherebbe creare tensioni che complicherebbero maledettamente i lavori d’aula. Alla fine, da bravo mediatore, l’ex Rettore sembra sia riuscito a trovare una sintesi. Da un lato infatti, il sindaco accontenterà Forza Italia, avallando l’ingresso di Pietro Alongi in Giunta. L’esponente azzurro, molto vicino al presidente della Regione Renato Schifani, entrerà nell’esecutivo ma non al posto di Andrea Mineo, come chiesto in un primo tempo dalla governance del partito, ma, con ogni probabilità, in sostituzione dell’assessore al Personale Dario Falzone. Si realizza così uno degli scenari paventati sul fronte dei meloniani che però riescono a tenere il punto sul nome dell’assessore al Patrimonio, proprio Andrea Mineo che ha portato fra i meloniani, oltre la propria adesione personale (proveniente da Forza Italia) anche Natale Puma a Sala Martorana e soprattutto una serie di consiglieri sparsi in altre realtà amministrative. Un’operazione che ha rimpolpato i ranghi di Fratelli d’Italia cambiando qualcosa negli equilibri e permettendo a Mineo di restare, probabilmente, assessore pur se in quota a FdI e non più a Forza Italia.
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