Il governo Schifani, su proposta del presidente della Regione, ha approvato il secondo aggiornamento del Piano di gestione delle acque del distretto idrografico siciliano per il periodo 2021-2027. Il documento, predisposto dall’Autorità di bacino della Presidenza della Regione, nello scorso mese di ottobre aveva già ottenuto il via libera del governo nazionale.
Il piano
Il Piano di gestione, approvato per la prima volta nel 2010 e poi aggiornato nel 2016, è lo strumento con il quale si individuano tutte le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi comunitari di qualità delle acque, sia superficiali che sotterranee e include le azioni da condurre per garantire una gestione sostenibile in termini quantitativi e qualitativi delle risorse idriche.
Il documento è frutto di un lungo ed accurato studio e di un’attività di condivisione con tutti i soggetti interessati alla gestione delle risorse idriche, nonché con tutti i “portatori di interesse”, attraverso numerosi incontri sul territorio dell’Isola promossi dall’Autorità di bacino.
Le misure
Fra le misure più importanti per raggiungere gli obiettivi, ci sono: la riduzione degli scarichi civili e industriali, dell’inquinamento in agricoltura da prodotti fertilizzanti e fitosanitari; il recupero morfologico della qualità dei fiumi; l’uso razionale delle risorse, compreso il riutilizzo delle acque reflue e l’applicazione delle norme contro gli eventi siccitosi. I contenuti del Piano dovranno essere attuati da tutti i soggetti competenti in materia di utilizzo delle risorse idriche. Il prossimo aggiornamento è previsto per il 2027.
Gli investimenti
La Regione Siciliana sosterrà, attraverso il bando per gli “Investimenti in infrastrutture irrigue”, gli interventi dei consorzi di bonifica dell’isola rivolti a un più efficiente utilizzo e al risparmio delle risorse idriche .
La misura rientra nella pianificazione del Programma di sviluppo rurale Sicilia (Psr) 2014-2022 e prevede una dotazione finanziaria complessiva di 14 milioni di euro. Gli interventi finanziabili devono essere finalizzati all’adeguamento, all’ammodernamento, al miglioramento e al recupero dell’efficienza delle infrastrutture irrigue esistenti, perseguendo i principi di risparmio idrico attraverso la riduzione delle perdite, l’efficiente utilizzo delle risorse e la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Il costo massimo ammissibile per ciascun progetto è di un milione di euro.
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