Via libera al nuov CdA di Riscossione Sicilia. Dopo le dimissioni del CdA incaricato di rimettere in piedi la società di Riscossione dell’isola arriva il sì al CdA di Riscossione Sicilia, l’agenzia regionale che si occupa di tasse e che a fine anno sarebbe dovuta convergere nell’Agenzia delle entrate. I tempi ormai saranno certamente dilatati ma finalmente si assegna una governance al sistema dopo che il prima CdA ha lasciato e il secondo è stato parzialmente impallinato in Commissione salvando solo il Presidente Vito Branca.
I nomi nuovo sono quelli di Ettore Falcone commercialista palermitano e Ketty Favazzo avvocato di Messina che oggi hanno ricevuto il sì della Commissione, la stessa che a fine settembre, aveva impallinato le nomine di Massimo Giaconia e Gaetana Palermo, per via degli incarichi ricoperti presso i Comuni di Caltagirone ed Enna dove sono rispettivamente assessore e consigliere.
Neanche il Presidente Branca, in quella occasione, aveva avuto vita facile. Dalla maggioranza erano arrivati due soli sì ma tre voti favorevoli dell’opposizione avevano compensato altrettante astensioni sempre in maggioranza. Cposì oggi i due nomi nuovi potranno affiancare il Presidente per costituire il CdA
Il futuro di Riscossione resta incerto mentre la società continua a scavare passivo. E in questa situazione di incertezza i sindacati sono in fibrillazione come tutto il personae che auspica los barco in Agenzia delle entrate al più presto.
“Finalmente si sblocca l’impasse che inchiodava i dipendenti e l’intero ente ad uno stato comatoso – dice Vincenzo Figuccia, deputato dell’Udc e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue – adesso Riscossione Sicilia può procedere al passaggio all’ente unico di riscossione presso l’Agenzia delle entrate. Se lo scorso anno la legge approvata ha previsto la chiusura e il passaggio, ad oggi, la Sicilia resta l’unica regione a gestire in proprio l’attività di riscossione con costi insostenibili per i cittadini e gli utenti. Serve accelerare il processo di messa in liquidazione nell’interesse delle casse regionali, degli utenti siciliani e degli stessi lavoratori dell’azienda che da troppo tempo vivono in una vera e propria palude”.