Da pletora di dipendenti strapagati (almeno nel comune sentire) a Cenerentola della pubblica amministrazione italiana. I dipendenti della Regione siciliana negli ultimi anni sono passati da oltre 25mila a quasi 12mila e sono oggi contrattualmente equiparati ai dipendenti di un comune come quello di Palermo e, dicono i sindacati, in alcuni casi e per alcune qualifiche anche meno. Basti Pensare che le funzioni di base prevedono stipendi che si aggirano intorno alle mille euro.
Eppure il comparto della Regione siciliana non ha un contratto fin dal 2018 quando è scaduto l’ultimo.
Rischio stop per un rinnovo ormai in dirittura d’arrivo
Adesso sui regionali piove l’ennesimo rischio stop. Quando il rinnovo del contratto è in dirittura d’arrivo arriva la scadenza del mandato conferito all’Aran, l’agenzia negoziale che opera per conto della Regione siciliana in questo settore. Si parla del contratto per il triennio 2019/2021, dunque un contratto che nascerà già scaduto e al quale dovrà seguire il contratto 2022/2024. Ma alla fine della settimana scade l’ultima proroga al commissariamento dell’Aran
“Il vecchio contratto 2016/2018 doveva affrontare l’argomento della riclassificazione del personale. Argomento che non è stato affrontato in quella sede e che è stato rinviato a questo contratto. Purtroppo noi ci troviamo con una amministrazione che cammina su due binari: abbiamo una organizzazione infrastrutturale giuridica che è obsoleta, vecchia di vent’anni e dall’altro lato la totalità del personale regionale che di fatto svolge altre mansioni e nella maggior parte dei casi mansioni superiori rispetto a quelle che sono previsti nelle declaratorie del vecchio contratto” dice Angelo Lo Curto Presidente Siad Csa Cisal.
“Forse anche a un’amministrazione un po’ lontana dal venirci incontro e trovare anche una soluzione per migliorare situazioni amministrative ed economiche ha portato ritardi creando questa situazione che ci ha portato ad essere la Cenerentola d’Italia. Spero semplicemente che tutto questo non ci porti ad essere considerati non solo la Cenerentola ma anche coloro che pretendono. Noi non pretendiamo nulla di più che un contratto come lo hanno tutti i lavoratori pubblici. Né più né meno. Questo è quello che noi chiediamo al più presto” gli fa eco Maurizio Camarda coordinatore regionale del comparto Dipendenti Regione siciliana Uil Fpl.
“Il punto focale è l’esigenza di ammodernare i profili professionali con l’ordinamento professionale per allinearlo a quelle che sono ormai le esigenze dell’amministrazione e della società moderna” dice Fulvio Pantano segretario generale del Sadirs
I vincitori di concorso rinunciano
“La Regione ha bandito dei concorsi che sono stati anche espletati. Succede che almeno il 30% dei vincitori ha rinunciato perché non riteneva più soddisfacente la proposta lavorativa regionale ed il livello retributivo per mantenere le proprie famiglie. Stiamo parlando di qualifiche funzionari e istruttori chiaramente. Quello che si pensava dei dipendenti regionali che avessero stipendi d’oro non è certamente più vero. Adesso finalmente si è palesata la verità. Non è così. Forse perché nel tempo si è sempre gio0cato sull’equivoco equiparano i dipendenti regionali con i dipendenti dell’Assemblea regionale, che sono cose completamente differenti, perché quelli sono equiparati al Senato, mentre i dipendenti regionali sono equiparati al Comune di Palermo, anzi anche meno” sostiene Fabrizio Lercara Responsabile dipartimento dipendenti regione siciliana Cisl Fp Sicilia.
Le condizioni per il rinnovo
Sempre secondo Lercara, dunque, ad oggi ci sono le condizioni per il rinnovo ”
“Ci sono le condizioni ma si è venuta a determinare una situazione gravissima proprio quando con il commissario dell’Aran eravamo ad un passo dalla chiusura almeno del contratto 2019/2022. La prossima settimana scade la proroga che è stata data all’attuale commissario dell’Aran Sicilia, con il quale si è costruito un percorso che potrebbe vedere la firma dell’ipotesi di contratto anche nei prossimi giorni. Noi non capiamo le logiche che stanno dietro a questo protrarsi di continue proroghe. Abbiamo sempre sostenuto che serve un Aran nel pieno delle sue funzioni e quindi abbiamo sempre chiesto, come Cisl Funzione Pubblica Sicilia, la nomina dei vertici dell’Aran affinché si possano affrontare tutte le problematiche che riguardano i dipendenti della Regione, a partire dal rinnovo del contratto del comparto e dell’area della dirigenza. Procedere oggi con un’ulteriore proroga sarebbe una sconfitta, perché i temi ne abbiamo tanti da affrontare e dimostrerebbe quello che verosimilmente viene percepito dai dipendenti della Regione di una scarsa attenzione da parte di questo Governo al proprio personale, che è quello che spinge la macchina amministrativa a raggiungere risultati che poi non dobbiamo dimenticare che questa macchina amministrativa eroga servizi pubblici ai cittadini e alle imprese. Procedere alla nomina di un nuovo comitato direttivo anche questo creerebbe notevoli problemi perché ci sono dei tempi tecnici che devono essere rispettati, che verosimilmente porterebbero ad un nuovo inizio di lavori almeno tra circa 40 o 50 giorni, con un evidente blocco. La soluzione migliore sarebbe quella di rinnovare i vertici dell’Aran in continuità con quello che è l’attuale commissario della Sicilia, per portare a casa immediatamente il rinnovo del contratto del comparto. Aprire immediatamente la trattativa riguardante il rinnovo del contratto dell’area della dirigenza e soprattutto, per una volta siglato il contratto dei dipendenti della Regione per l’area del comparto immediatamente trovare l’accordo per per consentire di riclassificare quante più persone possibili con le risorse che il Governo ha stanziato da destinare unicamente alla riclassificazione del personale”.
“Fra di noi ne abbiamo parlato in questi giorni moltissimo – gli fa eco Pantano -devo dire la verità nessuno si aspettava un’ulteriore proroga perché pericolosissima come diceva il mio collega anche perché lasceremmo il percorso in asso. Perché tecnicamente il contratto può essere siglato fra un mese o un mese e mezzo. Rischieremmo di lasciare questo percorso in asso”.
I rischi da evitare
“Indubbiamente il rischio c’è anche perché intanto bisogna riconoscere a quest’Aran, ancorché commissariata, che si è riusciti ad andare avanti nella discussione sul merito del contratto ci sarebbero tutte le condizioni per arrivare ormai al traguardo, quindi sarebbe oggettivamente, come dire, problematico dover ricominciare da capo. Noi siamo convinti che serve continuare questa discussione con l’attuale commissario e nel caso dopo poterla proseguire. Insomma serve che ci sia una continuità anche per provare veramente a chiudere perché oggi ci sono tutte le condizioni” dice Salvo Lipari coordinatore regionale comparto Regione siciliana Cgil Fp
“Ci sono tutte le condizioni per arrivare ora alla stretta e passare alla vera riclassificazione del personale. Siamo molto preoccupati, lo dobbiamo dire, perché se così non fosse il Governo si prenderebbe anche la responsabilità di dire una cosa e farne un’altra, ossia da un lato dire che vuole rinnovare il contratto, e lo dice da molto tempo, e apposta anche le risorse in questa Finanziaria, dall’altro crea il rischio di portare le trattative di questo contratto all’infinito. Noi siamo convinti che invece ci siano tutte le condizioni oggi per chiudere velocemente il contratto.
Tutti concordi sull’esigenza di una governance Aran in continuità
“Noi dal mese di agosto lavoriamo con questa Aran, con il commissario, in maniera anche spedita e consapevole di quali sono le necessità per portare avanti un percorso. Ritengo che bloccare tutto in questa fase sarebbe davvero deleterio.
Tutti concordi, quindi, come raramente si vede fra le sigle sindacali. “Ci sono 10.000 persone che aspettano questo contratto, che sperano in un avanzamento, un miglioramento. Fermare tutto sarebbe triste anche per i cittadini stessi, che vedrebbero arretrare anche il servizio pubblico reso. Perché un dipendente motivato migliora anche l’attività lavorativa che svolge e fornisce migliori servizi ai cittadini” dice Maurizio Camarda della Uil Fpl.
“Il commissario che oggi c’è all’Aran ha finora lavorato bene. Arrestare questo percorso significherebbe vanificare anni di lavoro”.
La risposta “parziale” della Regione Siciliana
In serata, arriva una parziale risposta della Regione siciliana al problema posto “Abbiamo un’importante priorità che è quella di chiudere rapidamente la trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro 2019-2021 dei dipendenti del comparto della Regione Siciliana e del fondo della dirigenza per l’anno 2023. Considerando, però, che il mandato dell’attuale commissario straordinario dell’Aran Sicilia, Accursio Gallo, è di prossima scadenza, abbiamo chiesto al presidente della Regione Renato Schifani di sottoporre alla Giunta, nella prima seduta utile, una proroga per ulteriori tre mesi” dice l’assessore alle Autonomie locali e alla funzione pubblica, Andrea Messina, che nella nota inviata alla Presidenza sottolinea la necessità di scongiurare ulteriori ritardi nel rinnovo del Ccrl.
I sindacati, però, chiedevano la nomina di una governance in continuità e non una semplice proroga. La Regione, invece sembra aver deciso diversamente “L’iter per l’approvazione del contratto – sottolinea l’assessore Messina – è ormai giunto a una fase avanzata e siamo prossimi alla chiusura con la sottoscrizione da parte dell’Aran e delle organizzazioni sindacali della bozza prodotta grazie al confronto degli ultimi mesi. La decadenza del commissario rischierebbe, quindi, di provocare un rallentamento che potrebbe causare disagi per i dipendenti dell’Amministrazione e conseguenti disservizi alla collettività”.
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