Sì è concluso oggi, con esito negativo, l’esame congiunto in sede sindacale a seguito delle procedure di licenziamento collettivo avviate da Coop Sicilia SpA.
Le proposte avanzate dai sindacati sono state tutte ritenute da Coop Sicilia non esaustive per risolvere complessivamente le criticità legate all’elevato costo del lavoro per il quale, come già noto, si richiedono interventi atti a recuperare una parte dei 10 milioni di euro necessari per definire il piano industriale che avrebbero intenzione di avviare nel triennio 2017/2019, conseguenziale alla fusione a far data dal 1° gennaio 2018 con Alleanza 3.0.
Il ricorso agli Ammortizzatori sociali come cassa integrazione e/o esodo volontario incentivato con possibilità di riassunzione nel caso di prossime aperture (da coop stessa prospettate) secondo l’azienda non sono strumenti sufficienti per ridurre la perdita, anzi l’azienda chiede forti interventi sugli istituti contrattuali come tagli agli stipendi e contratti di solidarietà.
“Sono proposte eccessivamente onerose per i lavoratori che già hanno subito in passato dei tagli – afferma Mimma Calabrò Segretario Generale della Fisascat Cisl Sicilia – e non è possibile che conseguenze dovute anche a scelte errate del management ricadano sui lavoratori che dovrebbero pagare un pesantissimo scotto. A nostro avviso – continua il segretario – vanno utilizzati strumenti alternativi che puntino alla salvaguardia del reddito e dei livelli occupazionali, senza mettere in alcuna maniera a repentaglio il contratto collettivo del lavoro. Chiederemo un incontro con l’Assessore Regionale alle attività produttive al fine di trovare soluzioni a garanzia del futuro dei lavoratori e delle loro famiglie”.
“Continueremo a batterci strenuamente – conclude Calabrò -per salvaguardare i livelli occupazionali e il reddito dei òlavoratori in vista della procedura ufficiale all’Ufficio del lavoro”
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