Il Ponte sullo Stretto mette a rischio di fondi per le infrastrutture in Sicilia. Sale a 1 miliardo e 300 milioni la quota di compartecipazione della Sicilia. Circolano sempre più insistenti voci di una scelta unilaterale assunta da Roma che potrebbe causare definanziamenti di altre opere per una rimodulazione necessaria degli stanziamenti al Ponte sullo Stretto.
“Il governo regionale della Sicilia – si legge in una nota pervenuta da Palazzo d’Orleans – ha sempre espresso totale disponibilità verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Opera che considera strategica, e per questo la giunta si era impegnata a destinare un miliardo di euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, dandone tempestiva comunicazione al ministro Salvini con una nota del 18 ottobre. La decisione governativa per cui la quota di compartecipazione della Regione Siciliana debba essere invece di 1,3 miliardi di euro non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale. L’auspicio della Presidenza della Regione è che il ministro Salvini si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere importanti investimenti per lo sviluppo dell’Isola”.
Intanto proprio in merito al Ponte il centrodestra si battibecca. L’europarlamentare Annalisa Tardino entra in tackle dopo l’emendamento del governo che stanzia i fondi necessari. “Non ci sorprendono – dice – le critiche del Pd, con in testa il segretario regionale Barbagallo, da sempre contrari allo sviluppo della Sicilia e con esso al Ponte, che definitivamente ci collegherà al continente. Ci lasciano perplessi, invece, le dichiarazioni di Forza Italia. Considerato che proprio Silvio Berlusconi aveva riportato al centro del dibattito italiano la questione del Ponte. Evidentemente gli insegnamenti del loro leader sono stati dimenticati troppo in fretta ed oggi i suoi esponenti sono solo interessati a fare scaramucce. Fondi europei e fondi statali, a disposizione della Sicilia, ma non fondi siciliani, consentiranno la costruzione dell’opera. Un’opera vittima, come altre, dell’immobilismo e dei ‘no’ che in questi decenni ci hanno tristemente qualificato”.
“Il Ponte sullo Stretto è da sempre una battaglia di Forza Italia – precisa invece la senatrice siciliana di Forza Italia Daniela Ternullo -. Riteniamo sia una infrastruttura fondamentale non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese. Proprio per questo, invitiamo il governo a individuare coperture alternative rispetto a quelle indicate nell’emendamento alla manovra, in cui si sottraggono risorse preziose alla Regione siciliana. La Sicilia e i suoi cittadini attendono da troppi anni il rilancio di politiche di sviluppo che consentano di colmare un gap dovuto anche alla condizione di insularità. E’ il motivo per cui riteniamo inopportuno sottrarre risorse preziose al raggiungimento di questo obiettivo”.
“Esprimiamo profonda preoccupazione rispetto ad alcune notizie apparse sulla stampa. Si parla di possibile riduzione delle risorse previste per le infrastrutture siciliane – ha detto il segretario regionale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca -. In particolare per la Palermo-Agrigento, per la linea metropolitana di Catania, per la statale 640, e addirittura per l’autostrada Palermo Catania. Se queste notizie fossero confermate saremmo di fronte all’ennesima sciagura per i siciliani che vedono allontanarsi ancora una volta la prospettiva di una svolta infrastrutturale dopo anni di attesa”.
Altro capitolo a parte è quello sul definanziamento della Regione per il Ponte sullo Stretto. “Fondi che sarebbero destinati ad altri nuovi interventi infrastrutturali di forte impatto economico e strategico all’interno dell’Isola – precisa D’Anca -. Vorremmo capire meglio quali sono le intenzioni del presidente, su quali opere prioritarie intende intervenire. Soprattutto vorremmo chiedere al presidente come mai ha siglato un protocollo d’intesa con il gruppo Webuild per la formazione dei lavoratori dei cantieri lungo la direttrice Palermo-Catania-Messina senza coinvolgere i nostri enti bilaterali e le nostre scuole di formazione che operano sul territorio da anni. Hanno un’esperienza cinquantennale in tema di formazione. Non consultate le parti sociali di settore che sono gli attori principali per il rilancio economico, sociale e infrastrutturale della Sicilia”.
Di opera propagandistica e senza alcun tornaconto parla invece la Cgil. La manovra di sottrarre a Sicilia e Calabria 1,6 miliardi del Fondo di sviluppo e coesione per finanziare il Ponte non va proprio giù. “Uno scippo ora disvelato – affermano Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e Pietro Patti, segretario generale della Cgil di Messina -. Con un neanche tanto abile gioco delle tre carte, di fondi destinati al superamento dei gap infrastrutturali e sociali soprattutto nelle aree interne, che così resteranno tali, condannando Sicilia e Calabria al sottosviluppo”.
La Filca Cisl chiede quindi un incontro al governo siciliano. Sia all’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, che al presidente della Regione Renato Schifani. “Per avere maggiori lumi e delucidazioni su quanto ci preoccupa –rilancia il segretario regionale della Filca -. Ci auguriamo che l’incontro con tutte le associazioni di categoria possa essere programmato prima possibile per avere più certezze e meno dubbi rispetto alla realizzazione di alcune opere che sono strategiche per la nostra isola”.