Inizia oggi pomeriggio, lunedì 20 marzo, la protesta solitaria davanti al‘assessorato di un ‘ex” del servizio sanitario come Tonino Frisina contro la demolizione progressiva del sistema sanitario. E’ solo la punta di iceberg di un sistema di protesta che monta. A fine mese i convenzionati annunciano che incroceranno le braccia paralizzando le prestazioni.
“Siamo pronti ad incrociare nuovamente le braccia ed a sospendere l’erogazione di tutte le prestazioni in convenzione”. Lo dichiara, in una nota, il dott. Pietro Miraglia, presidente dell’Ordine dei Biologi della Sicilia nonché leader regionale di Federbiologi SnaBilp, l’organizzazione sindacale dei biologi titolari di laboratori di analisi cliniche (sia in forma singola che associata).
“Venerdì 31 marzo – prosegue Miraglia – tutta la specialistica accreditata esterna, patologia clinica compresa, sfilerà, in piazza, a Palermo, nella manifestazione voluta dalla nostra organizzazione e dal coordinamento intersindacale, per dire basta alla negazione del diritto alla cura dei siciliani che il governo regionale continua a mettere in atto”.
I privati chiedono “la riprogrammazione del fabbisogno sanitario per il 2023 ed il relativo aumento dei fondi messi a disposizione delle strutture territoriali. Quelli, infatti, erogati attualmente (282 milioni di euro l’anno) bastano a malapena a coprire le richieste fino al 20 del mese. Il resto (almeno 60 milioni) dobbiamo metterlo noi di tasca nostra” rincara la dose Miraglia.
“Ricordo al governatore Schifani – prosegue il rappresentante dei biologi siciliani – che in occasione della grande manifestazione svoltasi lo scorso 24 febbraio a Palermo, l’assessore Volo dichiarò che, entro quindici giorni, avrebbe convocato il coordinamento sindacale per decidere, attraverso i tavoli tecnici, come venire incontro alle richieste della categoria”. Ebbene, “il tempo è trascorso ma dell’esponente della giunta isolana, al momento, ancora nessuna traccia” conclude Miraglia.
Già più di una volta ha risposto a questo genere di proteste anche il presidente della regione Renato Schifani. l’ultima volta lo ha fatto la scorsa settimana durante la festa per i 78 anni del giornale La Sicilia ricordando che il suo governo non agirà mai cedendo alla pressione della piazza. un governo di dialogo, sì, ma non che cede a questa forma di pressione
“Una protesta contro l’indifferenza e i silenzi”. La metterà in atto, a partire da lunedì alle 17, davanti l’assessorato regionale alla Salute, Tonino Frisina, per anni impegnato nel mondo della sanità pubblica. Frisina affida ad una nota tutta la propria amarezza: “Tutti si lamentano, ma nessuno protesta. Non voglio rendermi complice del vostro silenzio, Lunedì 20 marzo 2023 dalle ore 17,00 inizio UNA PROTESTA solitaria davanti la sede dell’Assessorato Regionale alla salute”.
“Nel silenzio più totale sta avvenendo la distruzione della sanità pubblica per introdurre sistemi di assistenza sanitaria sul modello degli Stati Uniti d’America: le assicurazioni private. Sembra non interessare a nessuna forza politica e sindacale organizzare le piazze per difendere la sanità pubblica. Non possiamo rimanere inerti e silenti. Oltre ai convegni bisogna mobilitare le piazze, la sanità pubblica sopravviverà se ci sarà qualcuno che la difenderà, un paese civile non si può definire tale se non viene garantito il diritto alla cura per tutti.
Faccio parte di quella generazione che ha lottato per l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. Non tutti forse ricordano che prima della legge n.833 del 23 dicembre 1978 -istituzione del Servizio Sanitario Nazionale- il diritto alla salute non era garantito a tutti i cittadini”.
“Con la legge di istituzione del S.S.N. sono stati individuati i principi fondamentali: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità, significa estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione. In teoria abbiamo la migliore sanità del mondo ma in pratica…
Non possiamo ancora tollerare che la garanzia di un diritto costituzionalmente garantito, come quello alla salute, sia così variabile a seconda del luogo di residenza”.
“È stato un gravissimo errore decentrare la sanità. Siamo un paese di appena 1000 km e possono esserci 21 competenze esclusive per la sanità pubblica. Bisogna ridurre l’attuale divario esistente tra i territori sul piano della qualità del sistema sanitario.
La situazione attuale rischia seriamente di peggiorare con il regionalismo differenziato: darebbe il colpo di grazia al Servizio sanitario nazionale, legittimando le diseguaglianze già drammatiche nella tutela della salute. La sanità deve essere pubblica, di alta qualità e gratuita per tutti”.
“Stop all’esternalizzazione dei servizi di emergenza/urgenza per colmare la carenza di medici nei pronto soccorso. C’è anche questo nella circolare dell’assessore alla Salute Giovanna Volo e del dirigente generale Salvatore Requirez inviata alle Asp e alle aziende ospedaliere che detta nuove regole per le assunzioni dei medici e che rischia di mandare nel caos le aree di emergenza di tutta la Sicilia. C’è chi canta vittoria per le nuove regole. Anche a noi piacerebbe farlo, ma abbiamo più di una perplessità che questo serva a colmare in tempi brevi le lacune negli organici, anche perché quella dei concorsi è stata una strada ampiamente battuta in precedenza con risultati pressoché fallimentari. Ben vengano i concorsi, ma, in attesa che questi diano risultati accettabili, non si può dare il via all’embargo agli esterni perché sarebbe il caos”. Lo dice Antonio De Luca, componente della commissione Salute dell’Ars e presidente della sottocommissione sui pronto soccorso.
“Abbiamo raccolto – continua De Luca – il grido di allarme di alcuni dirigenti delle aree di emergenza che si dicono molto preoccupati su come poter assicurare i servizi attualmente garantiti anche grazie agli esterni inseriti in turnazione. Dalla lettura della circolare non si evince chiaramente da quando scatterà l’embargo e da quando i medici esterni attualmente in servizio dovranno essere estromessi dalle turnazioni. Ho chiamato l’assessore per avere chiarimenti e mi ha riferito che lo stop alle esternalizzazioni non andrebbe inteso come immediato. Vedremo. Di sicuro, ribadisco, la soluzione prospettata per garantire l’assistenza, ossia il ricorso ai concorsi, non mi ha convinto per nulla. Anche il ricorso agli specializzandi dell’ultimo anno di medicina, secondo quanto previsto dalla legge Calabria, finora non ha dato i risultati sperati soprattutto nei presidi ospedalieri di periferia”.
“In questa vicenda – conclude – ci sono troppe ombre e pochissime luci. Occorre fare subito chiarezza. Per questo chiederò l’immediata convocazione in commissione Salute dell’assessore Volo e dei dirigenti delle Asp e della aziende ospedaliere cui la missiva è stata inviata”.
Lo stop improvviso all’utilizzo dei medici esterni per i servizi di emergenza/urgenza secondo Antonio De Luca potrebbe avere una matrice precisa: “Che sia uno dei primi effetti del buco nella sanità che ho denunciato nei giorni scorsi? E quali altre sgradite sorprese saranno riservate ai cittadini nell’imminente futuro? Anche a queste domande ci farebbe piacere che l’assessore Volo desse una precisa risposta in commissione”.