L’Antitrust contro Ryanair. Proprio quando iniziano le prenotazioni per i voli della stagione estiva, l’autorità contesta alla compagnia low cost un rischio concreto di “abuso di posizione dominante” per estendere il “proprio potere di mercato all’offerta di altri servizi turistici (come hotel e noleggio auto)” alle agenzie di viaggio. E questo si ripercuoterebbe sulle altre compagnie aeree e sui consumatori, a cui sarebbero impediti possibili risparmi sul conto dei biglietti fino al “40-50%”. Ne parla Il Messaggero.
Compagnia irlandese, dunque, ancora nella bufera, quindi, dopo lo scontro prolungato con la Regione Siciliana dei mesi scorsi per il caro voli con le istituzioni che hanno più volte contestato un costo troppo elevato dei biglietti.
Secondo l’Authority guidata da Roberto Rustichelli il vettore aereo avrebbe più volte impedito ad operatori turistici fisici e online (le Ota) di accedere al suo sito per le prenotazioni. Oppure li avrebbe obbligati ad usare una piattaforma con un’offerta ridotta. Avrebbe così ostacolato le agenzie nel proporre sconti ad hoc anche mettendo assieme voli con compagnie diverse, con il rischio di accentrare sui propri canali le vendite dei servizi turistici.
Ora Ryanair avrà otto giorni per rispondere e giovedì 18 aprile i suoi rappresentanti potrebbero andare in audizione al Collegio dell’Antitrust. Se la difesa non convincerà l’Authority, la compagnia low cost sarà obbligata a rimuovere tutti i presunti ostacoli alle agenzie.
Ma Ryanair si difende e parla apertamente di truffe e sovraprezzi imposti ai consumatori italiani soprattutto dalle agenzie di viaggio online “pirata”.
Sarebbe il caso della piattaforma eDreams che addebiterebbe ai clienti dei costi nascosti con un rincaro fino al 216%. Nel mirino con presunte “commissioni inventate” anche Opodo, Gotogate e Mytrip. Tutte smentiscono e lo stesso fa il presidente di Fto-Concommercio, Franco Gattinoni, che anzi chiede una nuova normativa Ue per obbligare le low cost a “riproteggere” sempre i voli venduti con pacchetti vacanze e poi cancellati.
Ryanair, però, ha richiesto l’intervento dell’Antitrust. Con sei grandi Ota, invece, il vettore ha raggiunto un accordo per distribuire i biglietti.
Nei prossimi cinque anni, comunque, Ryanair investirà 4 miliardi in Italia per comprare altri 40 aerei e portare nel Paese altri 20 milioni di passeggeri. Lo farà sulla scorta di risultati decisamente importanti: ha chiuso l’anno finanziario 2022-2023 con profitti per 1,31 miliardi e prevede altri 1,95 miliardi di utile quest’anno. I ricavi del 2023 nel mercato italiano sono attorno ai 2,8 miliardi e l’utile in 12 mesi, sempre nl nostro Paese. è stato di oltre 300 milioni.
Le perdite Covid sono quindi più che ripiantate, eppure i primi sconti sui biglietti sono arrivati solo dopo che alcune piattaforme di prenotazione come Booking hanno escluso i voli della compagnia. Quanto alla posizione dominante, poi, la low cost cita una sentenza della Corte di Appello di Milano dello scorso febbraio che la smentirebbe.
Secondo gli ultimi dati dell’Ente nazionale aviazione civile (Enac), Ryanair è il primo vettore in Italia con 51,2 milioni di passeggeri nel 2023. La compagnia ha poi il 42,5% di volumi di traffico nazionale. La posizione privilegiate, di per sé non illegale, sembra poi suggerita anche da un’elaborazione di Assoutenti, secondo cui a maggio ci sono decine di rotte in Italia o dall’Italia per l’Europa dove i biglietti sono offerti quasi solo da Ryanair e almeno 17 tratte in totale monopolio.
Per andare da Roma-Ciampino a Londra i 131 voli disponibili sono tutti della low cost. Lo stesso vale per i 49 voli tra Pescara e Bergamo o i 31 voli Perugia-Catania. Certo, se nessun altro tra gli altri vettori vuole o può coprire quelle tratte bisogna prenderne atto.
In ogni caso, secondo alcuni dati dell’Enac elaborati dall’Antitrust, nel 45% dei collegamenti in Italia e nel 42% dei collegamenti Italia-Europa, viaggiano con Ryanair oltre il 50% dei clienti. Sempre oltre la metà dei clienti ha viaggiato con la compagnia all’interno del nostro territorio in 16 città. Quote doppie rispetto al secondo operatore in Italia, Volotea. Si raggiungono picchi del 100% a Rimini e Treviso (ma anche a Trapani per i voli europei) E a seguire Crotone, Perugia, Pisa e Parma, tutte sopra il 90%. Tra le grandi, invece, a Bologna si arriva al 78%, a Napoli al 48% e a Roma il 26% (ma a Ciampino la quota di mercato sui posti in vendita è circa il 90%).
Andrea Giuricin, tra i massimi esperti del settore aereo in Italia, analizza la situazione e sottolinea che “la riduzione della concorrenza in futuro potrebbe influire negativamente sui prezzi”.
Il presidente dell’Enac Pierluigi di Palma “Va fatto un check sulle regole europee, per contemperare il libero mercato con il diritto alla mobilità dei consumatori: ci sono elementi distorsivi della concorrenza, soprattutto nelle isole e nelle zone periferiche”. L’Enac propone almeno per queste tratte, di far esporre i prezzi preventivamente o imporre una sorta di range massimo, un tetto volontario, per le tariffe.