E’ rientrata a tarda notte la protesta nel carcere Ucciardone di Palermo. I detenuti per alcune ore hanno iniziato a bruciare carte e lenzuola dalla finestra e sbattere contro le barre oggetti di metallo.
Proteste che ieri si sono ripetute in numerosi penitenziari italiani. La protesta contro lo stop deciso dal governo dei colloqui con i familiari.
Da parte delle direzioni delle carceri sono in corso decisioni per aumentare il numero di telefonate le possibilità di fare video chiamate con Skype.
I detenuti del carcere dell’Ucciardone di Palermo hanno ripreso a protestare ieri sera. Hanno iniziato a sbattere le tazze di metallo contro le sbarre delle celle e urlare.
La conferma arriva dalla direttrice del penitenziario Giovanna Re e dai sindacati della polizia penitenziaria. Alcuni residenti che vivono fuori dall’istituto di pena sentono le urla dei carcerati.
Dalle finestre si vedono alcune lenzuola o pezzi di carta in fiamme. “Cercano di attirare l’attenzione dei familiari che si trovano assembrati fuori”, dice la direttrice.
Ieri pomeriggio i familiari dei detenuti dell’altro carcere Pagliarelli hanno protestato davanti al carcere bloccando più volte il traffico. Attorno ai due penitenziari ci sono poliziotti e carabinieri.
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