La Sicilia si prepara a una profonda riorganizzazione della propria rete ospedaliera. L’obiettivo è ottimizzare le risorse esistenti, eliminando le duplicazioni di reparti in ospedali vicini e potenziando i servizi essenziali. Il piano, elaborato dall’Assessorato alla Sanità, prevede una ridistribuzione del personale verso le aree più critiche, trasformando i reparti meno efficienti in specialità con maggiore domanda. Lo riporta il Giornale di Sicilia. I manager delle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e degli ospedali sono già al lavoro per ridisegnare la mappa sanitaria, che dovrà essere completata entro la fine dell’anno. Incontri strategici tra i manager e il dirigente generale della Pianificazione Strategica, Salvatore Iacolino, sono previsti per metà ottobre, a partire dalle ASP di Messina, Catania e Palermo.

Trasformazione dei piccoli ospedali e potenziamento del privato

Il piano non prevede la chiusura dei piccoli ospedali, ma una loro trasformazione in strutture più efficienti. I presidi di livello provinciale con vocazione chirurgica o medica manterranno i servizi essenziali come radiologia, laboratorio, anestesia e rianimazione. Altri ospedali minori diventeranno “ospedali di giorno”, dedicati alla piccola chirurgia ambulatoriale, come interventi urologici, di cataratta e di chirurgia generale minore. Parallelamente, si prevede un maggiore coinvolgimento del settore privato in regime di convenzione, con l’attivazione di pronto soccorso polispecialistici o monospecialistici all’interno delle strutture private per alleggerire il carico delle strutture pubbliche e ridurre i tempi di attesa. Inoltre, si punta a potenziare le cure domiciliari e le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), prevalentemente private, per la gestione delle cronicità, sfruttando appieno i posti letto di riabilitazione già disponibili.

Numero di posti letto invariato, ma distribuzione diversa

Nonostante il numero complessivo di posti letto rimanga invariato rispetto alla programmazione del 2019, la loro distribuzione subirà modifiche significative. Dei 2.175 posti letto previsti dalla precedente programmazione (1.009 per acuti e 1.166 per lungodegenza e riabilitazione), una parte consistente è rimasta inutilizzata. La nuova strategia mira a ottimizzare l’utilizzo di queste risorse, riallocandole in base alle esigenze del territorio. Questo approccio, sebbene volto a migliorare l’efficienza del sistema sanitario, ha sollevato preoccupazioni all’interno della maggioranza.

Preoccupazioni e richieste di chiarimenti

Fratelli d’Italia, attraverso il deputato Pino Galluzzo, ha espresso timori riguardo al futuro di alcuni ospedali e reparti, chiedendo che le linee guida del piano siano discusse in commissione Sanità all’Ars. Galluzzo teme che l’affidamento ai privati di centinaia di posti letto per acuti possa depauperare la sanità pubblica. In particolare, ha sollevato dubbi sulla situazione delle cardiochirurgie degli ospedali Sant’Elia di Caltanissetta, Cannizzaro e Garibaldi di Catania, della chirurgia plastica del Nisseno e dei posti letto degli ospedali di Sant’Agata di Militello, Barcellona e Patti, questi ultimi già al centro dell’attenzione la scorsa estate per presunti casi di malasanità. Anche la Fp Cgil, con Gaetano Agliozzo e Monica Genovese, ha chiesto un confronto immediato con i sindacati, auspicando che la rimodulazione della rete ospedaliera sia accompagnata da un piano straordinario di assunzioni per migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario.

Articoli correlati