Weekend complicato per la maggioranza di Roberto Lagalla. Mentre in città non si fa altro che parlare dei festeggiamenti del magnate giapponese Kaoru Nakajima, all’interno delle stanze della politica palermitana si continua a parlare delle fibrillazioni che regnano da settimane all’interno del centrodestra. Se la questione rimpasto sembrava quasi chiusa dopo l’accordo di Ognissanti fra il primo cittadino e il gruppo di Fratelli d’Italia, l’affondo della Nuova DC ha rimesso in gioco tutto, riaprendo cicatrici che sembravano sopite sul tema delle deleghe. Forza Italia vorrebbe mantenere lo status quo di inizio consiliatura, mentre le forze politiche che si sono rinforzate in questo ultimo periodo (FdI e Nuova DC su tutte) vorrebbero riconosciuta la propria forza. Fatto su cui Roberto Lagalla non vuol cedere. Ciò al fine di evitare precedenti pericolosi per il prosieguo della consiliatura.
Lotta di deleghe nel centrodestra
I democristiani, forti di cinque consiglieri comunali rispetto ai tre di inizio mandato, hanno chiesto senza mezzi termini il riconoscimento del proprio peso all’interno della Giunta che verrà. Una presa di posizione resa palese dal capogruppo della Nuova DC Domenico Bonanno e con la quale i cuffariani hanno sostanzialmente dato un aut aut al sindaco: o si accontentano tutte le anime del centrodestra o i democristiani sono pronti ad andare per la propria strada. Una spaccatura che ha riaperto la ferita, apparentemente sopita, fra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Se ormai sembra praticamente sicuro l’avvicendamento fra Andrea Mineo e Pietro Alongi, non sembra esserci l’accordo sull ridistribuzione delle deleghe. I meloniani vorrebbero infatti mantenere la delega al Patrimonio, molto ambita dagli alfieri di Giorgia Meloni. Fatto che incontrerebbe le resistenze di Forza Italia, che pretende di mantenere gli accordi di inizio consiliatura. Tante le chiamate fra i pontieri del centrodestra, costretti agli straordinari anche in questo primo weekend di novembre. Quel che è certo è che, con ogni probabilità, Roberto Lagalla non riuscirà a mantenere la volontà di chiudere la questione “rimpasto” entro questa settimana. Anche se, ormai, la questione è ormai ad un punto di non ritorno.
Convocato vertice di maggioranza
I cuffariani non sarebbero infatti soddisfatti dell’accordo chiuso fra il sindaco e Fratelli d’Italia nella giornata del 1 novembre. Patto di Ognissanti con il quale i meloniani lasciano andare Andrea Mineo per far posto a Pietro Alongi, uomo voluto dalla compagine di Forza Italia e molto gradito al presidente della Regione Renato Schifani. In cambio, il primo cittadino ha lasciato ad FdI la scelte di diversi posti di sottogoverno. Ma una simile stato di cose scontenta la Nuova DC che, forte di cinque consiglieri comunali dopo gli ingressi di Giovanna Rappa e Salvatore Di Maggio, chiede un altro tassello in Giunta. Posizione per la quale si fa, da settimane, il nome di Pietro Garonna. Ma posto che gli attuali equilibri raggiunti fra i partiti di maggioranza sono molto fragili e quindi intoccabili, per far posto ad un esponente democristiano il sindaco dovrebbe rinunciare ad uno dei suoi tre assessori tecnici (Antonella Tirrito, Maurizio Carta e Salvatore Orlando). Ma chi per un motivo, chi per un altro, gli stessi vengono ritenuti indispensabili dal primo cittadino che, tra l’altro, vorrebbe evitare di creare precedenti di rimpasto in seguito ai cambiamenti in Consiglio Comunale.
I “cuffariani” e il monito di Lagalla
Se Forza Italia può al momento ritenersi soddisfatta e Fratelli d’Italia, comunque, potrà fare alcune nomine di sottogoverno (al netto della pesante uscita di Andrea Mineo in favore di Pietro Alongi), al momento non ci sono novità all’orizzonte sul fronte della Nuova DC e sulle richieste di sostituzione avanzate dal capogruppo della Lega Alessandro Anello qualche settimana fa. Proposte rimaste al momento inascoltate. Ma se sul fronte del Carroccio non si muove foglia, con Sabrina Figuccia ormai stabilmente sicura del suo ruolo da assessore allo Sport, i democristiani non ci stanno e, con una dura nota del capogruppo Domenico Bonanno, hanno richiamato l’attenzione del sindaco Roberto Lagalla. “Siamo stati eletti per difendere determinati valori e per portare avanti un’idea di città, per noi la politica riveste un valore molto alto e il nostro unico intento è lavorare nell’interesse dei cittadini, ma vogliamo farlo in una coalizione che ci rispetti e della quale condividiamo volontà, scelte e metodi“. Poi l’affondo finale. “Se qualcuno dovesse ritenerci superflui, per questa coalizione di governo, lo dica chiaramente: continueremo, come sempre, ad andare avanti a testa alta per la nostra strada, continuando a fare gli interessi della città”.
Bilancio positivo per Forza Italia, un po’ meno per FdI
Compagine, quella di Fratelli d’Italia, che ha parlato in una nota ufficiale di “dialogo costruttivo”. Una versione ufficiale che cozza con quanto filtrato dalle fonti di radio palazzo, che parlano di giorni di tensione fra il sindaco e il gruppo di Giorgia Meloni a Palermo. A parità di peso politico con Forza Italia (sette consiglieri per entrambe le compagini), FdI ha al momento qualcosa in meno degli azzurri. Tre assessori, la presidenza del Consiglio e tre presidenze di commissione (quella di Alotta si somma a quelle di Terrani e Zacco): per Forza Italia il bilancio si può ritenere certamente positivo.”Con la scelta operata dal sindaco Lagalla si chiude quindi un vulnus di rappresentanza del nostro partito e del nostro gruppo consiliare, che resta quello principale all’interno della coalizione di maggioranza“, ha commentato il coordinatore regionale Marcello Caruso alla notizia di Pietro Alongi all’interno della Giunta. Ai meloniani va invece un “premio di consolazione”, basato su alcuni posti di sottogoverno concessi dal sindaco per convincere Fratelli d’Italia a cedere su Andrea Mineo (per il quale si vocifera palesarsi all’orizzonte un ruolo da esperto alla Città Metropolitana).
I posti di sottogoverno per i meloniani
A Fratelli d’Italia dovrebbero andare le nomine del CdA della fondazione Sant’Elia. Ente per la cui presidenza potrebbe essere indicato il nome di Eduardo De Filippis. Nelle prossime 48 ore si procederà ad una modifica statutaria, poi arriverà il rinnovo del CdA. Sempre a Fratelli d’Italia spetterà la nomina del nuovo capo di Gabinetto della Città Metropolitana. Ruolo per il quale si prospetta il nome di Angelo Pizzuto, profilo vicino all’assessore regionale Alessandro Aricò e già accostato in passato alla presidenza di AMG Gas. Inoltre, alla scadenza del contratto dell’attuale presidente Alessandro De Martino, il sindaco ha concesso l’indicazione della futura leadership di Amap. Nomina che spetterà alla corrente dell’eurodeputato Giuseppe Milazzo. Una partita, quella del rimpasto, tutt’altro che chiusa. Confronto nella maggioranza fissato per lunedì pomeriggio anche se le fibrillazioni continuano. E, con esse, gli scontri all’interno del centrodestra.
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