“La vicenda dei rimborsi contro il caro voli, che sono ormai al palo sia per i viaggiatori che per le compagnie aeree, dimostra che quando Federconsumatori Sicilia ha espresso forti dubbi su questa misura, per la prima volta l’11 novembre 2023, aveva assolutamente ragione: si è perso tempo e denaro, tantissimo, e non si è nemmeno lontanamente risolto il problema. Nulla, di questa iniziativa del Governo Schifani, ha portato ad un risultato concreto e duraturo contro la crescita ad orologeria del prezzo dei biglietti aerei da e per la Sicilia. Avevamo detto che i soldi sarebbero stati insufficienti, e così è stato. Avevamo detto che le procedure di rimborso sarebbero state lente e macchinose, e così è stato. Avevamo detto che i prezzi dei biglietti non sarebbero scesi di un euro, e così è stato. Avevamo detto che i siciliani non più residenti in Sicilia sarebbero stati discriminati, e così è stato”. Lo dice il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa sulla vicenda della piattaforma attivata dal governo Schifani sui rimborsi per fronteggiare il costo dei voli in Sicilia.
“Avevamo detto anche come sarebbe stato meglio affrontare il problema, e così, purtroppo, non è stato affatto visto che il Governo regionale ha totalmente ignorato i nostri suggerimenti, andando dritto per la strada dello spreco di denaro pubblico – aggiunge il presidente di Federconsumatori – Suggerimenti, però, che anche a distanza di un anno restano gli stessi: per far scendere i prezzi dei biglietti aerei bisogna lavorare sull’offerta e non sulla domanda”.
“Bisogna creare le condizioni affinché le compagnie aeree aumentino il numero dei voli disponibili, quanto meno nei periodi di massima richiesta (tutti assolutamente prevedibili, con larghissimo anticipo) e bisogna sfruttare gli scali minori, cioè Trapani-Birgi e Comiso, che hanno abbondanti spazi liberi e non aspettano altro che essere valorizzati. Abbiamo previsto tutto, ma non ci voleva un mago per indovinare e avere ragione oggi non ci restituisce né il tempo né i soldi persi. Torniamo a chiedere al presidente Schifani e al Governo nazionale, dal quale saprà certamente farsi ascoltare, che si intervenga in maniera strutturale su questo problema ormai atavico della Sicilia, senza cercare altre costose e inefficaci scorciatoie”.