Far rinascere il centro storico di Palermo? Impresa possibile? Tra le priorità di Confesercenti Palermo, quella della modifica all’articolo 5 del Piano urbanistico commerciale, come spiega la presidente Francesca Costa. Intanto il commercio di Via Roma e delle strade limitrofe muore, giorno dopo giorno. Un declino inesorabile che ha raggiunto cifre allarmanti. Il Covid ha dato un altro colpo all’economia della zona, danneggiata peraltro dai cantieri ancora aperti che da troppo tempo condizionano negativamente l’accesso a questa area commerciale.
Quello che viene chiesto è la modifica dell’articolo 5 del Piano urbanistico commerciale di Palermo. “Abbiamo più volte evidenziato la necessità di una deroga – dice la presidente di Confesercenti Palermo -, ma è ancora tutto fermo da anni e la zona più importante della città resta praticamente vietata ai nuovi negozi che si estendono fino a 1.500 metri quadrati”.
La delibera che modifica l’articolo 5, infatti, darebbe la possibilità di aprire ad attività commerciali con una quadratura superiore ai duecento metri quadrati, limite attualmente previsto per ogni nuova licenza. “Riteniamo questa situazione paradossale per il nostro centro storico – prosegue Costa – dove la desertificazione commerciale è ormai davanti agli occhi di tutti, specialmente in seguito all’emergenza Covid che ha dato il colpo di grazia a un tessuto economico già gravemente danneggiato. E’ necessaria iniziativa, servono progetti e idee da concretizzare per dare nuovo vigore a tutta la zona, che deve tornare ad essere cuore pulsante dell’economia cittadina. Chiediamo quindi all’amministrazione comunale di attivarsi per dare il via libera alla deroga, fondamentale per avviare una ripresa del centro storico. Le saracinesche continuano ad abbassarsi – sottolinea Costa – i fari dei negozi si spengono fin troppo spesso definitivamente. Per questo è necessario dare la possibilità a nuove realtà imprenditoriali di usufruire degli spazi necessari per avviare la propria attività”.
Anche Confcommercio nelle scorse settimane ha rilanciato la battaglia per la soppressione degli articoli 5 e 6 del Piano Urbanistico Commerciale (Puc) regolato da una legge regionale del 1999 e ormai in palese contrasto con le successive direttive comunitarie e con la sopravvenuta normativa statale in materia di liberalizzazione delle attività economiche che risale al 2012. Gli articoli 5 e 6 sono quelli che pongono delle limitazioni all’apertura di medie strutture di vendita (e cioè con una superficie superiore a 200 metri quadrati).
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