Stop alle polemiche di Ferragosto sul post di Salvuccio Riina, 47 anni, terzogenito del capo dei capi dei Corleonesi, Totò, morto in carcere nel 2017. il caos era scoppiato dopo un post nel quale il giovane Riina aveva augurato Buon Ferragosto a tutti ma nel farlo aveva lanciato un messaggio interpretato come “provocazione.

Nel 2023 Salvuccio Riina è rientrato a Corleone dopo aver scontato una pena di quasi nove anni e dopo l’affidamento in prova ai servizi sociali nel Nord Italia. Vive nella casa storica della famiglia Riina, sui social si definisce scrittore dopo aver scritto il libro “Riina family life”, sulla storia della sua famiglia costretta a seguire la latitanza del padre, e a vivere di conseguenza. A Ferragosto ha postato su Instagram una sua foto con scritto: “Buon Ferragosto a tutti voi da via Scorsone 24, 90034, Corleone”. Ma la strada, ormai da anni, ha cambiato nome e ora si chiama via cersare terranova in onore del magistrato assassinato proprio dalla mafia. proprio nell’uso del vecchio nome della via sta quella che è stata interpretatata come una provocazione, un messaggio in stile criptico di Cosa Nostra

Corleone prende le distanze

“Pur non volendo dare ulteriore visibilità a chi periodicamente ne è alla ricerca, l’Amministrazione comunale di Corleone interviene a seguito del post di Salvo Riina jr sui social. Il sindaco, la giunta, il presidente del Consiglio comunale e i consiglieri tutti prendono nettamente le distanze da tali dichiarazioni e condannano fermamente tale spavalderia, che suona come un vile attacco allo Stato e alle Istituzioni” aveva scritto in una nota ufficiale il Comune di Corleone.

La via intitolata a Cesare Terranova

La via Scorsone, dove storicamente risiede la famiglia Riina, dal 2018 è stata rinominata via Cesare Terranova in memoria del magistrato ucciso dalla mafia a Palermo insieme al suo collaboratore Lenin Mancuso.

“Le esternazioni di Riina jr, con il riferimento al vecchio nome della via oggi intitolata al giudice Cesare Terranova – dice il comune di Corleone – non fanno altro che accentuare una visione negativa e distorta di Corleone, appannando gli sforzi che ogni giorno vengono compiuti dalla comunità per affrancarsi da una nomea legata a mafia e malaffare. Corleone non è mafia. Corleone è storia, cultura, libertà, ma soprattutto Corleone è legalità, tutte caratteristiche che personaggi altamente discutibili non potranno mai scalfire”.

Raoul Russo, “Mafia va combattuta anche con comunicazione sui social”

“Quella di Totò Riina jr non è può essere derubricata a una semplice boutade ferragostana. In quel gesto, in quel post, sono racchiusi un messaggio potenzialmente mafioso e sembra configurarsi come una sfida allo Stato. Non vi è niente di casuale in quell’oltraggio alla memoria di un degno figlio della società civile, di un uomo che per sfidare il potere occulto della mafia ha messo sul piatto della bilancia la propria vita. Dobbiamo innalzare l’asticella dell’attenzione anche sul piano della comunicazione sui social media, perché lì, in quella rete immensa di interazioni possono passare, inosservati, messaggi che portano la firma sulfurea di Cosa nostra: “il mezzo è il messaggio” diceva Mc Luhan, padre dell’odierna comunicazione di massa, e il post di Riina jr ha inteso nascondere qualcosa di molto più pericoloso rispetto a un semplice messaggio estivo da condividere sui social. Oltre a offendere la memoria del giudice Terranova si è voluto ribadire il fronte mafioso che si oppone allo Stato. Noi vigileremo, onore a Cesare Terranova. Certamente ha fatto bene l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Walter Rà, a prendere pubblicamente posizione contro questo ennesimo oltraggio alla comunità corleonese”. Lo ha dichiarato il senatore Raoul Russo, membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

Dopo la bufera, la modifica del post

Ma dopo la bufera Riina ha voluto spegnerla la polemica ed ha modificato il post tagliando la parte riguardante la via, Ora i suoi auguri dicono soltanto “Buon Ferragosto da Corleone”

Il matrimonio

Il 7 giugno scorso Salvuccio Riina si è sposato in gran segreto con Elena, una ragazza spagnola. Le nozze sono state celebrate forse in Spagna. Sposo in abito scuro e sposa in abito lungo bianco con ricami in pizzo e coroncina di fiori in testa. I festeggiamenti siciliani dell’evento si sono svolti poi nel ristorante Mountain Palace La Schera, in contrada Piano Scala a Corleone, un locale con grande giardino e fontana al centro.

Oltre 200 invitati per la festa in paese

Oltre 200 invitati tra cui i parenti e gli amici della sposa arrivati dalla Spagna. Presenti le sorelle  Maria Concetta e Lucia col marito e la madre Ninetta Bagarella, che sposò Riina il 16 aprile 1974, sorella del killer mafioso Leoluca. Assente solo il fratello di Salvuccio, Giovanni, 48 anni, arrestato nel 1996 e ancora all’ergastolo per mafia omicidi ed estorsione.

Ma a Corleone nessuno sa nulla

Ma in paese nessuno sa nulla o conferma la notizia della festa di nozze. Dopo aver finito di scontare una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione Salvuccio Riina ha vissuto tra il Veneto e l’Abruzzo, ammesso al regime di affidamento ai servizi sociali, un percorso fatto con l’Associazione famiglie contro la droga, ha terminato gli studi e si è laureato.

 

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