Una scena che sembra tratta dal ‘Padrino’ di Coppola epico film sulla mafia siculo statunitense. Una scena che invece è reale e legittima grazie al fatto che tutti, dallo Stato alla Chiesa, ne hanno permesso l’avverarsi.
Giuseppe Salvatore Riina, noto come Riina junior, figlio del boss Totò Riina torna a Corleone per far da padrino al battesimo della nipotina. Lo racconta il Giornale di Sicilia che da conto anche della polemica che esplode intorno a questa vicenda.
Dopo le bufere sul libro del figlio del boss, dopo la seconda ondata di polemiche per il presunto inchino della processione sotto il balcone di casa Riina, scoppia la polemica sul permesso al giovane ‘Salvuccio’ di far da padrino.
la polemica parte proprio dalla Chiesa. A storcere il naso sono soprattutto i teologi di Sicilia che si chiedano come si possa permettere ad un ex condannato per mafia, anche se ha scontato la sua pena, di far da padrino di battesimo. La bufera si concentra su don Vincenzo Pizzitola, il parroco che ha celebrato la messa nella chiesa madre di Corleone.
Anche il vescovo, Monsignor Pennisi lo cerca senza riuscire a parlargli “Si tratta di un comportamento censurabile e quantomeno inopportuno, che non approvo – dice al Giornale di Sicilia monsignor Pennisi – ho incaricato il mio vicario generale di esprimere tutto il mio disappunto al parroco, che non sono riuscito a raggiungere telefonicamente, trovandomi all’estero”.
Giuseppe Riina, 39 anni, infatti è ancora in libertà vigilata. Per far da padrino ha ottenuto il permesso del giudice di sorveglianza di Padova, dove risiede, e il certificato di idoneità firmato da un parroco della diocesi veneta.
Il battesimo è stato celebrato nella chiesa madre di Corleone il 29 dicembre, lui ha fatto da padrino alla figlia della sorella Lucia. Sempre al Giornale di Sicilia Don Vincenzo Pizzitola, parroco della chiesa madre spiega perchè ha deciso in questo senso: “Al padrino, Giuseppe Salvatore Riina, è stata richiesta, come da codice di diritto canonico, la dovuta documentazione per potere assolvere questo ruolo, che risultava regolare per poter espletare il servizio previsto dal sacramento battesimale”.
Don Vincenzo Pizzitola, 73 anni, originario di Bisacquino, è l’arciprete di Corleone dal 1979 ed è già stato al centro della polemica per l’inchino della processione a casa Riina, una vicenda che è al centro di una inchiesta della procura di Termini Imerese. Negli anni precedenti era stato segretario dell’arcivescovo di Monreale, monsignor Corrado Mingo. È stato insegnante di religione presso il liceo e la scuola media della città ed è da sempre impegnato nel sociale e amato dalla comunità corleonese.
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