“Nessuna pietà, deve scontare sono all’ultimo giorno di pena in carcere.Un essere che non ha mai fatto sconti a nessuno e ha rubato il diritto alla vita a vittime innocenti, morti solo per aver fatto il proprio dovere”. Sono queste le parole su Totò Riina di Valeria Grasso, testimone di giustizia palermitana che ha fatto arrestare alcuni esponenti del clan Madonia di Palermo.
“La mia condanna a morte – continua Valeria Grasso – è partita proprio dal carcere e da allora per due anni sono stata costretta a vivere in località segreta e probabilmente ancora oggi lo sarei se non fossi stata io a chiedere di tornare in Sicilia per essere libera di vivere nella mia terra. Sono certa che la mia condanna a morte è per la vita e la mafia certamente non mi farà sconti di pena”.
“Troppo buonismo – prosegue la Grasso – o forse troppa incoscienza o peggio ancora interesse. Tutto questo non mi piace, è una vergogna. Un assassino non ha diritti se non il dovere di pagare fino all’ultimo suo giorno di vita dietro le sbarre di un carcere. O ancora meglio messo ai lavori forzati”.
“Dinnanzi ad una decisione di far valere un diritto ad un essere che non ha mai avuto pietà verrebbero mortificate tutte le vite di coloro che sono morti per difendere il nostro stato, le forze dell’ordine, le vittime di mafia e il loro familiari. Per non parlare – conclude Valeria Grasso – dei giovani a cui si darebbe un pessimo segnale”.