Se le Zone economiche speciali sono state al centro del dibattito mattutino dell’evento di Confindustria a Ustica, ha invece affrontato i grandi temi industriali, del lavoro, delle riforme del PNRR il Presidente degli industriali Carlo Bonomi.
“Bisogna intervenire sulle famiglie sotto i 35 mila euro di reddito, con l’inflazione il loro potere d’acquisto è diminuito. Abbiamo chiesto un intervento choc da 16 miliardi, vorrebbe dire mettere in tasca a queste persone 1.200 euro all’anno in modo strutturale col taglio dei contributi al cuneo fiscale. Mi si dice non ci sono le risorse, ma io obietto: c’è una spesa pubblica di 1.100 miliardi di euro, 14-16 mld si trovano. La riconfigurazione della spesa pubblica si può fare”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, parlando a Ustica dove ha affrontato, a tutto tondo, i temi dello sviluppo, del lavoro, dell’inflazione, dell’industria in generale.
“Di riforme ne sentiamo parlare da 30-40 anni. Oggi c’è il Pnrr, le risorse ci sono. Le riforme quindi vanno fatte, ma non ne sento parlare” ha aggiunto Bonomi “Diventa difficile accusare questo governo, per noi il Pnrr era sbagliato in origine, Avevamo contestato l’impostazione che fu data dal governo Conte. Oggi scontiamo questi problemi, perché dentro ci sono progetti che poco avevano a che fare con la crescita del Paese”.
“L’industria italiana ha dimostrato di essere forte, perché ha fatto i compiti a casa dopo tre grandi sberle. Abbiamo patrimonializzato le nostre imprese, abbiamo investito nella ricerca e siamo andati nei mercati internazionali. Da qui nasce la ripresa. Oggi siamo messi abbastanza bene. Però stiamo rallentando, motivo per cui chiedevamo alla politica che andasse a stimolare gli investimenti. Nei primi 4 mesi dell’anno la produzione industriale è diminuita, il commercio internazionale sta rallentando. Se interveniamo subito facendo le cose che vanno fatte continueremo a crescere se non facciamo i compiti a casa mettiamo a rischio la crescita”.
“Si parla di un salario minimo di 9 euro, non si sa da dove sia nato questo dato. Tutti i contratti siglati da Confindustria sono sopra ai 9 euro. Questo dimostra che la contrattazione collettiva è un valore aggiunto, si ottiene di più rispetto alla decretazione. Ci sono settori dove si paga poco? Si, ma quali sono? Avete paura a dirlo. Noi lo sappiamo: commercio, servizi, cooperative e finte cooperative. Perché non si fa? Si ha paura di dire chi paga poco perché quella è una base elettorale. Volete fare il salario minimo? Ma dite la verità”.
Il salario minimo non è un tema di Confindustria, i nostri contratti sono tutti sopra. Si vuole fare? Ma si faccia una operazione di trasparenza e verità. Diciamo chi sono quelli che pagano poco. Perché poi non vorrei che scopriamo che in Italia ci sono 44 contratti collettivi nazionali di lavoro dei metalmeccanici, 44 modalità di calcolare il valore dell’ora prestata dal metalmeccanico, io credo che un metalmeccanico debba prendere lo stesso stipendio sia che sia di Confindustria che di un’altra associazione datoriale. E guarda caso non vorrei che in quei 44 contratti firmati ci sia anche qualcuno da parte dei sindacati che ne ha firmato più di uno , facendo dumping sui lavoratori. Sarebbe interessante scoprire queste cose”.
“Sul caldo e i lavoratori “Abbiamo subito dato disponibilità a cercate tutte le soluzioni per intervenire su un tema importante. Va affrontato con grande serietà, sul tavolo ci sono molte soluzioni come la Cig e lo smart working. Noi siamo disponibili al confronto perché riteniamo che la salute dei lavoratori sia un bene da tutelare. In tema di sicurezza abbiamo proposto fare comitati paritari per intervenire ex ante sugli incidenti. Da tre anni aspetto che legislatore e sindacati rispondano. Perché non si fa? Qual è il problema? Sembra che alla salute ci pensino solo gli imprenditori”.