La Sicilia può fare la riforma delle province e non deve temere i ricorsi. Ne è con vinto l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro che punta su alcuni aspetti non solo dello Statuto autonomistico ma anche sui più recenti pareri della Corte Costituzionale (anche se non trasferiti in sentenza). Dubita, invece, della reale intensione politica.

Il variegato parere politico sulle province

“Leggo il variegato coro dei partiti delle opposizioni, e non solo, sulla contrarietà al disegno di legge presentato dai capigruppo di maggioranza adducendo motivi tecnici regolamentari d’aula o rischi  di incostituzionalità della norma. Ricordo a me stesso che in materia di ordinamento degli enti locali la Regione Siciliana ha potestà legislativa esclusiva” sostiene Totò Cuffaro, segretario nazionale della Democrazia Cristiana.

Non insormontabile la legge Delrio

“Vero è che nel suo esercizio devono essere rispettati i principi delle leggi di grande riforma economica e sociale quale è la legge Delrio. Ma è altrettanto vero – continua Cuffaro – che in tempi relativamente recenti(2021) è stata la stessa Corte Costituzionale a metterne in luce significative incongruenze sul piano della sua costituzionalità, le quali, pur senza sfociare in una dichiarazione di illegittimità costituzionale, hanno indotto la Corte stessa ad invitare il legislatore a rivedere l’impianto di una legge concepita sulla base di una preannunciata riforma costituzionale che in realtà non ebbe più seguito. Inoltre, vorrei citare il significativo precedente della legge sull’elezione diretta del sindaco che, a suo tempo, per prima la Sicilia introdusse in Italia, proprio nell’esercizio della già ricordata potestà esclusiva”.

C’è un precedente sull’elezione del sindaco

“Nessuna lesione dei principi di leggi di grande riforma economico sociale ci fu all’epoca contestata pur in presenza di un diverso sistema di elezione (non diretta) del sindaco. Ma oggi, al di là delle dispute regolamentari e senza nascondersi, i partiti dicano se vogliono rilanciare in termini consapevoli sul valore dell’autonomia regionale e sulla reintroduzione della Province, ridando la parola ai cittadini elettori. Se come tutti affermiamo sono un attento presidio del territorio ed una utile presenza di monitoraggio ambientale di viabilità e delle scuole allora torniamo a dare alle Province un’anima e non sterilizziamole con sistemi elettorali di secondo livello distanti dal garantire l’espressione delle reali esigenze dei cittadini”, conclude.

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