Come cambierà il modo di fare impresa all’interno delle Autorità Portuali? Se ne discute a Palermo nella quinta edizione di “Noi, il Mediterraneo“, evento tenuto presso il nuovo convention center del Marina Yatching Palermo. Presente, fra gli altri, il viceministro Edoardo Rixi, il quale ha annunciato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del “mare bonus“, misura destinata alle imprese del trasporto merci per incentivare l’esportazione. Un fondo da 42 milioni di euro per superare le difficoltà dettate dall’insularità. Spazio anche alla riforma portuale, sulla quale il “padrone di casa”, ovvero il presidente dell’AdSP Pasqualino Monti, ha auspicato la creazione di una SpA nazionale che racchiuda in sè tutte le Autorità Portuali locali. Ciò al fine di ridurre gli ostacoli imposti dall’attuale burocrazia e rilanciare un settore che pesa per il 5% sul PIL Nazionale.
Un’unica SpA per tutte le Autorità Portuali
Il mercato europeo ed internazionale, infatti, non aspetta. A dirlo è lo stesso Pasqualino Monti che, ai microfoni dei giornalisti, ha presentato lo scenario in cui si trovano a muoversi gli operatori di settore italiani. “I porti sono un asset industriale. Non possono essere trattati come carrozzoni pubblici. Devono potersi muovere con facilità. Il mercato non ti aspetta. Se pensi di poter conquistare quote di mercato rispetto a paese come Spagna, Francia o Grecia, dove i cinesi sono entrati a gamba tesa, facendo aspettare per un investimenti diversi anni, è chiaro che perdi volumi”. Fatto per il quale l’esponente dell’AdSP auspica la creazione di uno “strumento centrale di governo dei processi che semplifichi le procedure amministrative delle singole Autorità, in numero magari più esiguo rispetto a quelle che attualmente esistono ma con un livello di burocrazia inferiore, con la possibilità di sviluppare business”.
La situazione sulla riforma portuale, parola al viceministro Rixi
Tutto passa quindi dalla prossima riforma portuale al vaglio del Governo Nazionale. E a rappresentare l’esecutivo di Giorgia Meloni, questa mattina, c’era il viceministro per i Trasporti Edoardo Rixi, il quale ha fatto il punto della situazione proprio sul provvedimento legislativo che interessa molto il mondo dei porti e dell’import/export. “Stiamo portando avanti una risoluzione, approvata settimana scorsa, per rilanciare una riforma portuale per sburocratizzare il sistema, con un efficiantamento delle risorse, facendo tesoro delle esperienza maturate negli ultimi vent’anni. Il nostro paese deve darsi delle regole che consentano ai territori di aumenterà le proprie capacità e l’integrazione fra porto e città, e i territori circostanti“.
Porti italiani fra turismo e capacità di fare impresa
Una visione che va al di là dell’attrattiva turistica di cui è dotato il Bel Paese. “Abbiamo bisogno non solo di creare porti crocieristici, ma anche di integrare delle filiere che diamo un potenziamento al settore della nautica di porto, in cui l’Italia è leader mondiale, e al settore dei trasporti e delle merci. E’ evidente che far questo vuol dire dare più forza al sistema delle Autorità Portuali ma anche al paese, per avere una visione integrata sui grandi stravolgimenti a livello mondiale”. Un panorama nel quale, secondo Rixi, la Sicilia potrebbe giocare un ruolo importante. “Una visione che lasci ai singoli scali un contatto con il territorio in grado, anche con le nuove Zes, di contribuire ad una rinascita industriale del Centro Sud. Un’area del paese che, nei prossimi anni, avrà strutture adeguate. Non a caso abbiamo deciso di investire 11,6 miliardi per il nuovo ponte sullo Stretto“.
Via libera al “mare bonus”
Ma bisogna pensare anche al presente. Fatto per il quale il viceministro ha annunciato il via libera al “mare bonus“, misura dedicata al sostegno del settore del trasporto merci. “Nella giornata di ieri, per aiutare gli autotrasportatori siciliani, siamo riusciti a pubblicare in Gazzetta Ufficiale il “mare bonus”. Ci saranno 42 milioni di euro a disposizione. Dal 6 dicembre sarà disponibile la piattaforma informativa. Questo permetterà ad aiutare un sistema fortemente legato al settore ortofrutticolo, molto forte in Sicilia ma che l’Isola a volte non riesce ad esportare per mancanza di collegamenti“.
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