“Si doveva resistere davanti alla Corte costituzionale, andare a battere i pugni a Roma e non prostrarsi al governo nazionale che con i suoi tagli è stato il vero carnefice dei siciliani e dei dipendenti delle ex Province”.
Il M5S all’Ars ha detto “no” alla legge istitutiva dei Liberi consorzi “che – ha detto il capogruppo Angela Foti – anche con i correttivi operati, purtroppo non cambierà la situazione dei lavoratori”. (leggi qui l’iter della revisione della riforma approvata ieri)
“Questo governo – ha detto la Foti – si è prostrato davanti al governo nazionale, umiliando questo parlamento e il nostro statuto. Ci auguriamo che questo non succeda più e che in futuro ci si presenti a Roma entrando dalla porta principale e non da quella di servizio”.
Dello stesso tenore l’intervento in aula del deputato Francesco Cappello che ha rimarcato l’esigenza di riconoscere al parlamento siciliano la dignità e l’autorevolezza che all’Ars il M5S riconosce e che il governo regionale invece gli nega.
“Noi non torniamo indietro – ha detto il deputato – ma non tanto per la legge, contro la quale il M5S aveva pure votato contro, ma in difesa delle prerogative del nostro statuto”.
Il voto del M5S ha contribuito a bocciare la coincidenza tra sindaco metropolitano e sindaco del capoluogo. “Una norma – afferma il deputato Salvatore Siragusa – che avrebbe concentrato enormi poteri nella mani di una sola persona, con tutte le pericolose ed innumerevoli controindicazioni che la cosa avrebbe comportato”.
Singolarmente simile la posizione di Nello Musumeci: “Con questa legge sulle Province avete mortificato, umiliato e oltraggiato lo Statuto siciliano. Da oggi in poi nessuno in quest’Aula ha più il diritto di rivendicare l’autonomia regionale, se non per difendere inconfessabili prerogative. Tanto vale abrogarlo lo Statuto. Questa legge è fra le peggiori votate dall’Ars in settant’anni. Nessun risparmio, nessuna garanzia per i dipendenti, maggiore isolamento per i sindaci e nessuna utilità per cinque milioni di cittadini. Avete creato una istituzione simulata, senza democrazia, perché la avete abolita. Affiderete a poche persone, al posto di quattro milioni di elettori, il compito di decidere i vertici dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane. Avete resuscitato le cordate tra i Partiti. Tra qualche mese vedrete i risultati disastrosi di questa finta riforma”.
E’ un sì condizionato, invece, quello della funzione pubblica Cisl, formazione di settore sempre in controtendenza rispetto al resto del sindacato cattolico.
“A questo punto sarà ancora più importante il dialogo tra governo regionale e nazionale. Ovviamente, qualunque sia l’esito di questo dialogo, non venga buttato via l’ottimo lavoro compiuto per il personale – dicono il segretario regionale della Cisl Fp Gigi Caracausi e il vicesegretario Paolo Montera commentano l’approvazione da parte dell’Ars della riforma delle ex Province -. Il sindacato –proseguono Caracausi e Montera – seguirà passo dopo passo gli sviluppi con particolare attenzione al futuro dei lavoratori. Una cosa è certa: è incomprensibile, anche stavolta, l’assenza del presidente Crocetta”.
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