Si avvicina il momento della pensione per Salvatore Requirez, a capo dell’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Sanità, e Salvatore Lizzio, attuale guida del dipartimento Infrastrutture. Entrambi, prossimi al raggiungimento dell’età pensionabile, resteranno formalmente in carica fino alla nomina dei loro successori, ma Palazzo d’Orleans ha già avviato le procedure per la loro sostituzione. Come riporta il Giornale di Sicilia, il piano del presidente Schifani va ben oltre la semplice sostituzione di figure chiave. Il suo obiettivo è una vera e propria rivoluzione nella dirigenza regionale, resa possibile da una riforma di prossima approvazione all’Ars. La legge in questione, di cui si è discusso poco finora, prevede l’istituzione di una fascia unica per i dirigenti regionali, cancellando le attuali tre fasce.

Un ventaglio di possibilità

Questa modifica apparentemente tecnica avrà un impatto dirompente. Attualmente, la nomina ai vertici dei dipartimenti è limitata ai dirigenti di prima o, al massimo, di seconda fascia. L’introduzione della fascia unica, invece, permetterebbe a tutti i 700 direttori intermedi, attualmente in terza fascia, di aspirare ai ruoli più prestigiosi. Un cambiamento che amplierà enormemente il bacino di scelta per il presidente Schifani.

Obiettivo: svecchiare la burocrazia

La riforma, inoltre, consentirà di superare un ostacolo non indifferente. Schifani ha avviato le procedure per l’assunzione di un centinaio di nuovi dirigenti, ma senza la fascia unica sarebbe costretto a collocarli in seconda fascia, la più vuota. Una situazione paradossale che li vedrebbe superiori, in termini di ruolo e stipendio, a dirigenti con maggiore esperienza.

Bologna verso la segreteria generale

Nell’attesa che la riforma venga approvata, Schifani si prepara a gestire le prime caselle del domino. Con l’addio di Maria Mattarella, la poltrona di segretario generale, la più ambita della Regione, è rimasta vacante. Il favorito per la successione è Giovanni Bologna, attuale capo dell’ufficio Legislativo e legale. Un mini rimpasto che anticipa la rivoluzione che Schifani ha in mente per la dirigenza regionale.

Un primo banco di prova per la maggioranza

L’approvazione della riforma, prevista per la prossima settimana, sarà un banco di prova importante per la maggioranza, ancora scossa dalle tensioni sulle nomine nella sanità pubblica. Il voto sulla riforma rivelerà se il presidente Schifani può contare su una maggioranza solida e coesa, capace di sostenerlo nel suo ambizioso progetto di rinnovamento della macchina amministrativa regionale.