Una emergenza dalla quale non bisogna uscire, che serve a mantenere in piedi gli affari. Almeno questa la sensazione che emerge, e che si cavalca, dopo un incendio divampato nella discarica di Trapani che ha mandato in fumo l’impianto di biostabilizzazione che sarebbe dovuto entrare in funzione il 31 luglio e che avrebbe consentito un aumento della capacità di conferimento dei rifiuti in discarica, per superare l’attuale fase di emergenza in Sicilia.
L’impianto era in manutenzione ma non è chiaro cosa sia accaduti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e le forze dell’ordine e dopo aver spento le fiamme si stanno svolgendo accertamenti per stabilire la causa del rogo.
Mentre la Regione vara una riforma tutta la interpretare e i cui effetti arriveranno, comunque, fra mesi se non fra anni, mentre si avvia l’impianto mobile per aumentare la capacità giornaliera di Bellolampo a Palermo e arriva l’autorizzazione per Siculiana che viaggia verso la riapertura, arriva uno stop che rischia di far saltare quel poco che si è fatto.
“Il ministro Costa dice che il governo sta vigilando sull’emergenza rifiuti in Sicilia, pronto a ricorrere ai poteri sostitutivi. Tutto falso, non si spiegherebbero altrimenti – dice ancora – le inadempienze relative agli articoli 1, 2 e 3 dell’ordinanza del giugno scorso, che prevedeva l’avvio di una serie di impiantistiche, di piani di raccolta differenziata o di inviare al Ministero i regolamenti comunali per la raccolta differenziata. E questo solo per fare qualche esempio”.