Una emergenza dalla quale non bisogna uscire, che serve a mantenere in piedi gli affari. Almeno questa la sensazione che emerge, e che si cavalca, dopo un incendio divampato nella discarica di Trapani che ha mandato in fumo l’impianto di biostabilizzazione che sarebbe dovuto entrare in funzione il 31 luglio e che avrebbe consentito un aumento della capacità di conferimento dei rifiuti in discarica, per superare l’attuale fase di emergenza in Sicilia.
L’impianto era in manutenzione ma non è chiaro cosa sia accaduti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e le forze dell’ordine e dopo aver spento le fiamme si stanno svolgendo accertamenti per stabilire la causa del rogo.
Mentre la Regione vara una riforma tutta la interpretare e i cui effetti arriveranno, comunque, fra mesi se non fra anni, mentre si avvia l’impianto mobile per aumentare la capacità giornaliera di Bellolampo a Palermo e arriva l’autorizzazione per Siculiana che viaggia verso la riapertura, arriva uno stop che rischia di far saltare quel poco che si è fatto.
“Una regione in ginocchio per l’emergenza rifiuti.
Soggetta a procedura di infrazione. Senza un piano rifiuti. La
Sicilia sta soccombendo e il governo che fa? Monitora – scrivono intanto i 5 stelle dalla Camera dei deputati-. È questa la sconvolgente risposta ottenuta in un question time che ha cercato di accendere un faro su una situazione ormai insostenibile”.
A parlare è la deputata in Commissione Ambiente Claudia Mannino che ha presentato un question time al ministro per gli affari regionali Enrico Costa. “Il ministero ci ha detto che sta monitorando, ma non basta – aggiunge la Mannino -, noi siamo contrari al commissariamento ma è evidente che il governo debba intervenire e che lo debba fare anche perché l’amministrazione regionale è del tutto incapace ad affrontare in tempi certi la situazione. Visti i fantomatici cronoprogramma della regione (avallati dal Governo centrale) e puntualmente disattesi, il ministro ha a nostro avviso responsabilità diretta sulla attuale situazione regionale”.
Tra l’altro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 25 febbraio 2016 prevede che il ministero degli affari regionali promuova iniziative nell’ambito dei rapporti tra Stato e sistema delle autonomie ed esercizio coordinato e coerente dei poteri e rimedi previsti in caso di inerzia o di inadempienza. “È il caso della Regione siciliana. Da mesi. E cosa fa il governo? Ci risponde che sta monitorando”.
“Il ministro Costa dice che il governo sta vigilando sull’emergenza rifiuti in Sicilia, pronto a ricorrere ai poteri sostitutivi. Tutto falso, non si spiegherebbero altrimenti – dice ancora – le inadempienze relative agli articoli 1, 2 e 3 dell’ordinanza del giugno scorso, che prevedeva l’avvio di una serie di impiantistiche, di piani di raccolta differenziata o di inviare al Ministero i regolamenti comunali per la raccolta differenziata. E questo solo per fare qualche esempio”.
“È assurdo – conclude -. Valuteremo ulteriori azioni anche giuridiche!”.
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