Esiste un modo per uscire definitivamente dall’emergenza rifiuti che periodicamente torna a preoccupare e insozzare la Sicilia. Una soluzione nota e perseguibile in tempi molto brevi ma che nessuno persegue perchè non conviene economicamente alle aziende che sono impegnate nel ciclo dei rifiuti.
E’ la convinzione del Movimento 5 stelle che in particolare in Sicilia ha una deputata che ha studiato il sistema e si tiene aggiornata ed ha pronta una ricetta per abbattere in tre mesi la produzione dei rifiuti, aumentare la differenziata e diminuire l’impatto ambientale.
Per raccontarci la strada per uscire dall’emergenza proprio in questi giorni di emergenza Claudia Mannino è venuta a trovarci a BlogSicilia.
“La soluzione potremmo definirla l’uovo di colombo e sappiamo già che funziona – dice -. E’ talmente semplice che un esempio ci è venuto dal Comune di Isola delle Femmine che applicando questo sistema in via amministrativa è passato, in soli tre mesi, nella raccolta differenziata da 0 a 35%.
Il ragionamento iniziale parte da alcuni dati. La Sicilia produce circa 6500 tonnellate di rifiuti al giorno. L’ottimo sarebbe, chiaramente differenziare tutto il possibile ma attualmente va tutto (o quasi) in discarica. Le discariche attrezzate per il trattamento meccanico riescono a smaltire circa 5700 tonnellate. Le 800 tonnellate rimanenti rappresentano l’emergenza periodica ma non sono neanche il 15% della produzione. L’emergenza sarebbe evitata già portando la differenziata generale al 15-20%.
La solita storia della differenziata che ci raccontano di continuo, ma poi differenziamo e non succede niente
“Questo solo perchè si differenzia poco e male. Basterebbe usare gli strumenti di cui disponiamo in modo più razionale. Ad esempio la 191 ovvero l’articolo di legge che permette, in emergenza, di scavalcare le norme che puntano ad abolire le discariche, di sciogliere lacci e lacciuoli negli appalti di settore e così via. Invece di usare la 191 per conferire in discariche improvvisate obblighiamo i comuni a differenziare, inseriamo un sistema punitivo per chi non lo fa e premiale per chi invece differenzia e utilizziamo le isole ecologiche e i luoghi di raccolta provvisoria della frazione differenziata che non ci crea difficoltà igienico sanitaria, istituiti con apposite ordinanze”.
Ma davvero è così semplice?
“L’esperienza fatta in comuni più piccoli lo dimostra, è solo una questione di volontà. In tre mesi avremmo diminuito il conferimento del 30-35% (almeno duemila tonnellate, ndr). In un periodo che va dai sei mesi a un anno si può raggiungere il 50% che sarebbe già molto più vicino al 655 che ci siamo dati come obiettivo paese noi stessi senza però rispettarlo mai neanche lontanamente. Peraltro continuando a utilizzare le discariche abusive la Sicilia paga anche una multa salata all’Unione Europea per infrazione del sistema comunitario. Ci è già costato tanto e ogni sei mesi continuiamo a pagare multe”.
Quindi non solo inquiniamo e abbiamo i rifiuti per strada ma paghiamo pure un prezzo alto all’Ue per questo
“Assolutamente sì. Abbiamo già pagato 42 milioni di euro di multa nel 2014, 39 milioni a giugno del 2015 e 38 milioni a dicembre 2015. e adesso dovremo pagare il primo semestre 2016 perchè l’infrazione continua. Abbiamo chiuso qualche discarica e l’importo è diminuito ma continuiamo a ragionare allo stesso modo e paghiamo invece di cambiare”.
Altre idee?
“Beh, sì. Ad esempio il compostaggio domestico. A Palermo, ad esempio, moltissimi stabili hanno i cortili interni. Insieme ai secchi per la raccolta differenziata si potrebbero usare i fondi Europei per comprare mini impianti di compost da fornire in comodato d’uso ai condomini. in questo modo tutta la frazione umida non andrebbe più raccolta e verrebbe semplicemente messa nell’impiantino di compost condominiale. Lo si può fare a maggior ragione per ville e villette. Ma ci sono tanti altri interventi del genere che si possono fare semplicemente e abbatterebbero la produzione da subito.”.
Cosa fare per indurre chi governa ad abbandonare il vecchio sistema delle discariche controllate per passare ad azioni di questo tipo?
“Noi facciamo ispezioni continue, l’ultima a Trapani. Facciamo denunce, inviamo diffide e così via. E continueremo a denunciare ma anche a proporre”.
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