“Inceneritori unica soluzione? No” è il titolo del dibattito in corso questo pomeriggio prersso l’aula consiliare del comune di Termini Imerese, organizzato dalla Cgil e da Legambiente e aperto alla città. Si discute di rifiuti, inceneritori, riciclo. E del progetto della Regione di realizzare da due a sei inceneritori nell’Isola.
“No, gli inceneritori non sono l’unica soluzione e la Regione dovrebbe allinearsi alle direttive del Parlamento europeo, anziché inseguire soluzione di moda o proposte di vecchie – dichiara il rappresentante Cgil Palermo Mario Ridulfo, intervenuto al dibattito – Il problema è che a partire da Palermo siamo colpevolmente indietro sul fronte della raccolta differenziata. Mentre a Pordenone i livelli di raccolta differenziata sono al 79 per cento, a Palermo, secondo il rapporto Ispra 2015, i livelli di riciclaggio sono ancora bassissimi e addirittura in diminuzione: dal 10,3 per cento del 2012 siamo passati all’ 8,3 per cento del 2014.
Ma è verso le nuove direttive Ue sui rifiuti che dobbiamo guardare, che pongono come obiettivo il riciclaggio del 65 per cento dei rifiuti urbani entro il 2030 e il riciclaggio del 75 per cento dei rifiuti di imballaggi entro il 2030. Un obiettivo vincolante: ridurre al massimo al 10 per cento il collocamento in discarica per tutti i rifiuti entro il 2030”.
Secondo il rappresentante della Cgil, intervenuto oggi al dibattito, la Regione siciliana invece di seguire la “soluzione di moda” dovrebbe dare applicazione alle proprie leggi (LR 9/2010) e non cambiare continuamente soluzioni inseguendo proposte vecchie. “Ci sono oggi le nuove proposte presentate al Parlamento europeo. Tali proposte definiscono “economia circolare” l’intero ciclo di vita del rifiuto, dalla produzione dei materiali , fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime – aggiunge Ridulfo – La proposta legislativa, supportata da 650 milioni di euro del programma “Horizon 2020”, e dai 5,5 miliardi di euro dei fondi strutturali per la gestione dei rifiuti, indica ben precisi obiettivi per la riduzione dei rifiuti e stabilisce un percorso ambizioso e a lungo termine”. “Due o sei inceneritori? è l’idea sbagliata che ci preoccupa – aggiunge Ridulfo – così come preoccupa l’attuazione di piani di smaltimento dei rifiuti senza il coinvolgimento delle comunità locali e delle loro istituzioni, per non parlare delle associazioni democratiche di cittadini che su questo tema possono e vogliono dire il proprio punto di vista”.
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