Cgil Cisl e Uil avviano procedure per lo sciopero generale del settore della gestione dei rifiuti in Sicilia entro il mese di febbraio a causa della “situazione disastrosa per colpa di una politica incapace e appassionata solo alla distribuzione di poltrone”.
“L’intero sistema di gestione rifiuti nell’isola continua a sopravvivere in totale precarietà ed approssimazione: assenza di governance, di visione strategica e di progettualità spesso associata ad incapacità burocratico-istituzionale, hanno prodotto in poco più di 10 anni, 2 miliardi di debito degli Ato rifiuti e quindi dei comuni dell’isola, centinaia di licenziamenti dei lavoratori, servizi scadenti per la collettività ed un diffuso senso di illegittimità ed illegalità”.
Cosi Cgil Cisl e Uil di settore motivano l’avvio delle procedure per lo sciopero generale dei dipendenti degli Ato Rifiuti e delle ditte dei servizi di igiene ambientale della Sicilia, entro il mese di febbraio, per voce dei segretari di Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Claudio Di Marco, Dionisio Giordano e Pietro Caleca.
“Durante diversi incontri in assessorato, era stata condivisa l’esigenza di una direttiva che ponesse fine all’approvazione dei piani di intervento in assenza dei relativi piani d’ambito, e quindi nel rispetto della legislazione e soprattutto l’immediato transito del personale avente diritto dagli attuali Ato in liquidazione alle costituite Srr, ma l’obiettivo non è stato di fatto raggiunto”.
“Continuiamo a denunciare – aggiungono Di Marco, Giordano e Caleca – le ripetute violazioni di norme, direttive e accordi da parte di molti amministratori locali, forse più interessati a restare in questa situazione di stallo che uscirne fuori. E’ la cartina di tornasole di una politica comunale incapace di recuperare non solo l’evasione o l’elusione della tassa sui rifiuti, ma persino il pagamento dei cittadini inadempienti regolarmente iscritti a ruolo che non pagano e non vengono inspiegabilmente intercettati”.
I tre segretari concludono “la situazione attuale è la dimostrazione di una politica regionale appassionata solo alla distribuzione delle poltrone di governo e di sottogoverno, bacchettata dall’Anac per aver permesso la frammentazione del sistema dei rifiuti e non essere stata in grado di applicare la pur astrusa legge di riordino del 2010, contribuendo di fatto alla diffusione di un generale senso di illegittimità ed illegalità”.