Il governo centrale ne pretende due e detta la riforma a Crocetta, ma lui, senza poteri speciali, esce dall’angolo e ne offre cinque.
Via al ‘mercato delle vacche’ sui termovalorizzatori. Nessuno sembra volerli ma nello scontro fra Palermo e Roma ora si fa a gara a chi ne realizzerà di più.
Entro due mesi Crocetta annuncia che pubblicherà la manifestazione di interessi per la realizzazione di 5 impianti di medie dimensioni in grado di trattare 150 tonnellate ciascuno portandosi avanti con il cronoprogramma previsto dall’accorso siglato la scorsa settimana con Roma.
La proroga dell’ordinanza che permette l’uso delle discariche sarà firmata probabilmente domani, proprio sul filo di lana visto che la precedente scade esattamente il 31 maggio. Ma sei mesi non basteranno certamente a cambiare le cose.
Roma chiede che da qui a fine novembre la Regione abbia avviato le procedure per i termovalorizzatori e che entro 12 mesi incrementi la differenziata del 3%. nello step di novembre, dunque, dovrebbe bastare anche un incremento del 1,5% in aggiunta alla pubblicazione delle procedure per i termovalorizzatori.
Ma in realtà nessuno sembra capirne più niente. L’accordo parla di due impianti ma il nodo sono le quantità. 800 mila tonnellate quelle da smaltire sui 5 milioni che la Sicilia produce. gli impianti proposti da Crocetta potrebbero smaltirne 750 mila. nel frattempo accordi con le altre regioni per il conferimento dei rifiuti e gara internazionale per lo smaltimento all’estero.
Ma soprattutto niente poteri speciali, niente scorciatoie e nessuna possibilità di utilizzare l’emergenza per fare affari. Ma sarà poi vero? “Crocetta propone 5 termovalorizzatori come Cuffaro e Lombardo prima di lui” scrive su twitter l’assessore comunista di Palermo Giusto Catania e su questa posizione troverà sicuramente sponda negli ambientalisti. Anzi negli ultrambientalisti come li definisce Crocetta.
In una cosa Roma e Palermo, Faraone e Crocetta sono d’accordo, e solo in quella: i termovalorizzatori di nuova generazione non inquinano
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