Creare nuovi impianti, tempi certi sui termovalorizzatori e premialità per i comuni virtuosi che raggiungono alte percentuali di raccolta differenziata. E’ questa la proposta che parte dal gruppo federativo, sorto proprio negli ultimi giorni, fra i gruppi politici di Azione ed Italia Viva. Una sorta di Terzo Polo che mira alla creazione di una compagine politica forte in vista delle prossime elezioni europee del 2023. Ed è proprio quello dei rifiuti uno dei temi su cui si concentra l’agenda comunitaria, in particolare in tema di economia circolare. Un fronte sul quale, a giudicare dagli ultimi dati ISPRA, la Regione Siciliana è in ritardo.
Fatto ribadito, ai nostri microfoni, da Filippo Maria Tripoli, sindaco di Bagheria e coordinatore regionale Enti Locali per il gruppo di Italia Viva. Il primo cittadino esprime il suo punto di vista sulla gestione del sistema rifiuti all’interno dell’Isola e lancia una proposta alla Giunta guidata da Renato Schifani. “La sfida che vogliamo lanciare è questa. Chiediamo al Governo Regionale di fare una buona programmazione. Vogliamo sapere dove vuole realizzare i termovalorizzatori e quando intende farlo, visto che se ne parla tanto. Ciò per capire anche i termini della progettazione e dei successivi lavori. Inoltre, vorremmo che si instaurasse un principio di premialità per il quale se differenzi e lo fai bene, la Regione subentra e paga i sovraccosti generati dal trasporto della frazione secca, visto che dipendono dalla mancanza di impianti”.
Un’intervento, quello espresso dal primo cittadino del comune alle porte di Palermo, che mira a sollevare l’attenzione sulla situazione di sofferenza vissuta dai comuni del Palermitano in tema di rifiuti. Fatto fuoriuscito in tutta la sua potenza in seguito al caso sollevatosi sull’impianto di Bellolampo dopo il “no” di Arpa ai conferimenti da parte dei comuni della città Metropolitana. Fatto a cui la Regione ha trovato una soluzione d’emergenza, ma che allo stesso tempo denuncia una grave carenza di impianti, come sottolineato dallo stesso Filippo Maria Tripoli.
“In Sicilia, come impianti pubblici di smaltimento rifiuti, ci sono Trapani, Gela, Bellolampo, Ragusa ed Enna. Bellolampo serve soltanto il comune di Palermo. Enna serve solo soltanto la provincia di riferimento. Rimangono così Trapani, Gela e Ragusa. Poi ci sono quelli privati, che hanno solo il TMB, che sono Sicula Trasporti, Ecogestione e Traina. Gli unici che hanno discarica a disposizione sono quindi Trapani e Gela. Ovviamente, anche Trapani dà priorità ai comuni della Provincia, con i sovvagli dei nostri comuni che quindi vengono direzionati su Gela”.
Una carenza di strutture che dovrebbe essere parzialmente colmata dal completamento dei lavori per la realizzazione della settima vasca di Bellolampo. Struttura sulla quale però il sindaco di Bagheria esprime tante perplessità, a cominciare dalla durata della struttura. “Anche quando sarà disponibile la settima vasca e quindi noi comuni della provincia potremmo andare a scaricare lì, ci saranno comunque problemi se Palermo continua a non fare differenziata. Oggi i comuni che si trovano con sistemi virtuosi come il mio, che sta al 65%, rischiano di non avere dove portare l’indifferenziato e di dovere aumentare la TARI. Parliamo di costi medi di trasporto che variano da 250 euro a tonnellata ad oltre 450 in caso di riferimento a gruppi privati. Cioè è un paradosso. Ciò coinvolge soprattutto i comuni medio-grandi come Bagheria, Carini o Termini Imerese, tanto per fare degli esempi”.
E poi sulle tempistiche di consegna dell’impianto. “La prima tranche della settima vasca non la vedremo prima di marzo, è inutile girarci attorno – sottolinea Tripoli -. Ma se Palermo continua a non differenziare la stessa struttura potrebbe riempirsi nel giro di poco”. Poi c’è il problema del parere negativo di Arpa, che riguarda lo stato soprattutto del TMB di Bellolampo, anche se il sindaco di Bagheria ritiene il problema ‘aggirabile’. “Si potrebbe comunque lavorare la frazione secca in un altro impianto e portarla a Bellolampo per il conferimento in vasca. Per noi il problema non cambia. Il grande tema rimane che Palermo è al 19% di differenziata e che la Regione, negli ultimi anni, non ha fatto alcun tipo di programmazione. Bisogna cambiare registro“.