Sentenza d’appello per l’omicidio di Vincenzo Trovato, il 22enne di Trappeto accoltellato al culmine di una lite nell’agosto del 2022 sul lungomare di Balestrate, morendo poco dopo dissanguato sulla guardia medica. La seconda sezione della corte d’assise di Palermo ha ridotto la pena nei confronti dell’unico imputato, Gianvito Italiano, da 10 anni a 8 anni e 8 mesi con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Già in primo grado la pena era stata fortemente ridimensionata rispetto alla richiesta della Procura di Palermo che aveva chiesto 16 anni. Alla fine l’accusa nei confronti di Italiano, difeso dall’avvocato Franco Lo Sciuto, venne ridimensionata da omicidio volontario a preterintenzionale, quindi una morte non cagionata volontariamente.
Secondo la ricostruzione da parte dei carabinieri nelle ore immediato all’omicidio di Trovato, i due ebbero una prima discussione. Il giovane trappetese si sarebbe allontanato e pochi minuti dopo tornò sempre sul lungomare per affrontare nuovamente Italiano impugnando una chiave inglese. Fu così che Italiano, come ha sempre sostenuto il suo legale, sferrò la coltellata per difendersi. Una ricostruzione che alla fine convinse i giudici che cambiarono capo d’imputazione e riconobbero all’imputato anche le attenuanti generiche.
“Prendiamo atto di quella che è la sentenza, i motivi saranno depositati entro 90 giorni – afferma l’avvocato di parte civile della famiglia Trovato, Pino Muscolino -, dopodichè si valuterà se è il caso di ricorrere in Cassazione ma la parte civile può solo ricorrere per gli interessi civili e non per altro”.
Il delitto avvenne la notte del 12 agosto 2022 davanti ad un pub sul lungomare di Balestrate. C’era stata una lite tra la vittima e un cugino dell’imputato che sferrò un pugno a Trovato. Quest’ultimo sarebbe andato in macchina, per armarsi con una chiave inglese e cercare la persona che lo aveva colpito. Dopo la coltellata Trovato fu accompagnato da un amico alla guardia medica di Balestrate, ma sanitari non riuscirono a frenare l’emorragia..
Una tesi che non ha mai convinto i familiari della vittima ai quali è stata riconosciuta una provvisionale per il risarcimento dei danni. L’imputato sta scontando la pena agli arresti domiciliari.