I riders palermitani a raccolta a Palermo, in piazza Castelnuovo, in occasione della Giornata di Mobilitazione Internazionale per le lavoratrici e i lavoratori delle piattaforme digitali. La riunione è fissata per martedì 28 giugno. “Basta sfruttamento, vogliamo una regolamentazione collettiva. È tempo per l’Unione Europea di stabilire condizioni di lavoro dignitose ed eque per tutti i rider”, è l’appello che lancia Nidil Cgil Palermo, assieme alla Cgil Palermo e a Filt Cgil Palermo, la categoria dei trasporti.
Il tema è sempre quello: riconoscere il lavoro dei rider come subordinato. Tema che si intreccia in questo momento a un’altra questione: le piattaforme si espandono e i salari dei lavoratori continuano a subire ribassi. La questione è esploda nel caso dello sciopero dei rider di Glovo di Carini, sostenuta da Nidil Cgil, che si sono visti abbassare il rimborso chilometrico da 0,40 a 0,20 centesimi. “Da qui lo sciopero che si è svolto la settimana scorsa – dice Fabio Pace, di Nidil Cgil Palermo – per l’ulteriore diminuzione delle tariffe sui rimborsi chilometrici per le consegne. E’un paradosso nel momento in cui il prezzo del carburante sale che l’azienda scarichi il rischio d’impresa sul lavoratore, continuando a creare un modello di business tossico, in cui l’azienda massimizza i guadagni abbattendo unilateralmente i costi del personale. Glovo, tra l’altro, non applica in tutti i territori le medesime condizioni di retribuzione., E questo determina una guerra al ribasso”.
L’assemblea è aperta a tutti per dire no alla precarietà e per chiedere gli stessi diritti di tutti i lavoratori subordinati, tutelati da un contratto collettivo di lavoro. “Invitiamo tutti i rider di Palermo a partecipare – aggiunge Pace – Le piattaforme come Glovo, e le altre appartenenti al gruppo Assodelivery (Deliveroo, UberEats, Social Food), impongono – una visuale distorta del mondo del lavoro, basata ancora su una falsa autonomia sul lavoro dei Rider. Anche da Palermo, in questa giornata mondiale di mobilitazione, chiediamo che venga approvata la direttiva europea per regolamentare il lavoro con le piattaforme digitali. Lavoro che continua ad andare in deroga alle indicazioni delle istituzioni. Un esempio è il caso del mancato pagamento dei primi tre giorni d’infortuni non riconosciuti ai lavoratori nei contratti di collaborazione. Nessuna piattaforma ancora lo riconosce”.