Ricordato a Borgetto (Palermo) il carabiniere Antonino Fleres decorato con la medaglia d’Oro al merito civile ad 80 anni dalla morte. Fu trucidato a 19 anni dai nazisti a Lariano, in provincia di Roma, durante il secondo conflitto mondiale, il 28 maggio del 1944. Durante la cerimonia è stata deposta una corona d’alloro alla base del busto di Fleres.

Alla commemorazione erano presenti oltre i familiari del militare, il sindaco di Borgetto, Luigi Garofalo, il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, il generale di brigata Luciano Magrini, il comandante della compagnia di Partinico, il capitano Mattia Rognoni, e una rappresentanza delle sezioni di Partinico, Montelepre e Monreale dell’associazione nazionale carabinieri, insieme ad alcune scolaresche dell’istituto comprensivo Partinico-Borgetto e il parroco della Chiesa di Sant’Antonio, padre Sergio Albano.

Antonino Fleres, nato a Borgetto, il 16 febbraio 1925, penultimo di sei figli, appena diciassettenne, seguendo le orme del padre, aveva intrapreso la carriera militare, arruolandosi nei carabinieri. Dopo avere frequentato la scuola allievi carabinieri reali a Roma, venne assegnato prima alla stazione carabinieri di Settebagni e dopo sei mesi, precisamente alla fine del mese di marzo 1944, venne trasferito alla stazione di Lariano (sempre in provincia di Roma).

Nel pomeriggio del 28 maggio 1944, durante un servizio perlustrativo in una zona collinare del larianese, il carabiniere Fleres si affiancò a un’avanguardia americana in esplorazione, offrendosi immediatamente quale guida esperta dei luoghi ma, poco dopo, una colonna tedesca gli tese un’imboscata. Nello scontro morirono due americani mentre Fleres fu catturato. Quella sera, dopo un vano tentativo da parte dei tedeschi di interrogarlo, Fleres riuscì a fuggire per poter dare immediatamente l’allarme al comando della stazione dei carabinieri ed avvisare i cittadini di Lariano dell’incombente invasione nazista. Tuttavia, in serata, venne nuovamente catturato da una pattuglia tedesca. Dopo l’ennesimo rifiuto di rispondere agli interrogatori dei nazisti, venne falciato dai colpi di un fucile mitragliatore. Oggi le spoglie riposano a Borgetto.