“È fondamentale rendere onore a queste persone e far conoscere agli altri esperienze e storie di servitori dello Stato che hanno fatto il massimo fino all’estremo sacrificio. Credo che con il loro esempio e il loro insegnamento vadano ricordati, perché così continuano il loro servizio nei confronti dei ragazzi e le nuove generazioni che capiscono cosa è stata e cosa è ora la lotta alla Mafia e quanto si possa andare avanti nel proprio dovere fino a perdere la vita”. Lo ha detto il capo della Polizia, Lamberto Giannini, in visita alla Questura di Palermo, dove ha presenziato all’inaugurazione del “Percorso della memoria” nei corridoi sotterranei del complesso di Santa Elisabetta, nel giorno dell’anniversario della morte di Boris Giuliano.
Il capo della Polizia ha poi continuato: “Ci sono certamente stati dei segnali estremamente positivi. C’è tanto da fare. Ma sono convinto che ogni operazione porti maggiore consapevolezza e fiducia nelle istituzioni. La Polizia con le altre forze dell’ordine si dedicano in maniera importante con grandi tecnologie ma al centro c’è sempre l’uomo come ci ha dimostrato Boris Giuliano, c’è sempre l’investigatore, la persona che ragione e che deve dare la chiave di lettura ai big data che le macchine ci danno”.
Laricchia “Idea nata dalla squadra mobile in luogo simbolo”
“Un’idea nata dalla squadra mobile in un luogo simbolo di Palermo. Il percorso ricorda dieci caduti della squadra mobile – ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia – Vogliamo continuare ad aprire la Questura alla città e alla società civile”.
Messina “Dobbiamo ricordare gli eroici colleghi”
“La squadra mobile di Palermo è un ufficio che ha una forza simbolica. La memoria di chi ha fatto un percorso in un’epoca in cui non tutto il paese era conscio del pericoloso mafioso è doverosa – ha detto Francesco Messina direttore centrale dell’Anticrimine – Dobbiamo ricordare i pionieri, gli eroici colleghi, che ci hanno consentito di arrivare ai risultati raggiunti”.
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