Nonostante un piano d’investimenti immediati pari a 12 milioni di euro per progetti di alta tecnologia consegnati a marzo alla Regione siciliana col coinvolgimento di un gruppo di aziende siciliane impegnate nella produzione di dispositivi di sicurezza e protezione ‘made in Sicily’, il Distretto Meccatronica ha deciso di non presentare
alcuna manifestazione d’interesse per il sito ex Fiat di Termini Imerese.
L’avviso pubblicato dai commissari straordinari di Blutec per la presentazione delle manifestazioni scade alle 12 di oggi.
“Per settimane il nostro ufficio legale ha studiato in modo approfondito i termini dell’accordo di programma, frattanto abbiamo coinvolto anche partner del Nord Italia interessati al progetto, costruendo una squadra pronta a impegnarsi in un piano a lungo termine per la trasformazione del sito di Termini Imerese in un hub per la produzione di dispositivi e tecnologie sanitarie – dice il presidente di Meccatronica, Antonello Mineo – Ci siamo resi conto però che il bando è troppo evanescente e poco intellegibile, il percorso è talmente accidentato che qualsiasi azienda che intenda investire in un progetto di sviluppo ha tempi e modalità operative completamente differenti e non coincidenti rispetto a un procedimento evanescente e poco sostenibile”.
Pur avendo approfondito e apprezzato le potenzialità di alcuni aspetti tecnologici interni al sito industriale come le stampanti 5D, il Distretto non è stato messo nelle condizioni di valutare altri aspetti della complicata procedura messa in campo dai commissari straordinari di Blutec.
“Un mese fa abbiamo manifestato pubblicamente il nostro interesse a verificare le condizioni per investire nella fabbrica, abbiamo avuto interlocuzioni informali con diversi soggetti coinvolti, ma ci siamo trovati davanti a un muro – afferma Mineo – E come se non bastasse alcune scelte del commissario anti-Covid Domenico Arcuri , che da capo di Invitalia conosce ogni aspetto dell’annosa e per certi versi controversa storia del sito di Termini Imerese, hanno frenato le aziende del Distretto che stavano verificando la possibilità di investire a Termini Imerese”.
Mineo sottolinea il caos scoppiato nel Paese sulle mascherine a uso civile con il prezzo imposto dallo Stato a 50 centesimi, ma introvabili come denunciato da più soggetti. “Una vicenda incredibile che ha spiazzato le aziende siciliane che all’inizio dell’emergenza Covid con grande coraggio si sono riconvertite investendo capitali propri e garantendo i livelli occupazionali nonostante una profonda crisi economica – afferma Mineo – Il timore che il commissario Arcuri possa intraprendere iniziative analoghe per altre produzioni, fondamentali per sostenere il sistema Paese e garantire la sicurezza dei cittadini – aggiunge Mineo – ha indotto le imprese a valutare con
molta attenzione gli investimenti. Inoltre, i tanti adempimenti burocratici sulle certificazioni, che le aziende del Distretto rispettano alla lettera, non agevolano certamente investimenti a breve termine”.
“Ci abbiamo creduto – conclude Mineo con rammarico – abbiamo proposto all’assessorato alle Attività produttive i progetti in fase di sviluppo e la loro replicabilità nel sito di Termini Imerese. Abbiamo studiato, per quello che abbiamo potuto, impianti e attrezzature con il supporto dei nostri ingegneri, abbiamo messo in piedi un pool di aziende ma nonostante ciò ci siamo ritrovati di fronte una montagna quasi insormontabile. Speriamo per il bene della Sicilia e dei tanti lavoratori di Termini Imerese da troppo tempo abbandonati e delusi da progetti rivelatisi di natura diversa da quella prettamente industriale, che ci siano progetti davvero sostenibili. Invitiamo la
Regione siciliana – conclude Mineo – a monitorare e a valutare attentamente ogni passo da compiere, noi come Distretto Meccatronica siamo sempre pronti a fare la nostra parte ma con chiarezza e trasparenza, senza salti nel buio”.