Il Maestro Riccardo Muti, sarà per la prima volta al Teatro Massimo di Palermo per dirigere un’opera, Don Giovanni, seconda delle tre opere di Wolfgang Amadeus Mozart scritta su libretto di Lorenzo Da Ponte, nel nuovo allestimento realizzato dal Teatro Massimo di Palermo in coproduzione con il Teatro Regio di Torino. L’opera conta sulla regia di Chiara Muti che dopo Le nozze di Figaro (andate in scena al Teatro Massimo nel 2018) e Così fan tutte, completa con Don Giovanni la direzione della trilogia dapontiana.
Il cast di grande livello vede nel ruolo dell’irresistibile cavaliere Don Giovanni il baritono Luca Micheletti, attore (Premio Ubu, 2011 e Premio Internazionale Pirandello, 2015), baritono, regista, scrittore, tra i teatranti più originali ed eclettici della sua generazione che sarà affiancato dal fido Leporello, interpretato dal basso Alessandro Luongo. Le donne sedotte da Don Giovanni sono i soprani Maria Grazia Schiavo (Donna Anna), primo Premio al Concorso di Santa Cecilia e Primo Premio al concorso internazionale di Clermont-Ferrand; Mariangela Sicilia (Donna Elvira), acclamata da «Le Monde» come un “miracolo di saldezza vocale”; e il giovane e già affermato mezzosoprano Francesca Di Sauro (Zerlina); Mentre Don Ottavio è affidato al tenore Giovanni Sala, di ritorno a Palermo dopo La bohème. Infine Masetto ha la voce di Leon Košavić e Il Commendatore quella di Vittorio De Campo. Maestro al fortepiano è Alessandro Benigni. Orchestra e Coro del Teatro Massimo. Maestro del Coro Salvatore Punturo.
Le scenografie, che evocano gli interni di un grande e diroccato teatro di marionette, sono firmate da Alessandro Camera, i raffinati costumi da Tommaso Lagattolla, le luci da Vincent Longuemare. Assistente alla regia è Paolo Vettori, Assistente alle scene Andrea Gregori, Assistente ai costumi Francesco Ceo. Le marionette sono realizzate dalla Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli / Associazione Grupporiani. Repliche fino al 2 novembre.
Opera che mescola dramma e comicità dalla fortuna ininterrotta, Don Giovanni perpetua ancora oggi il mito del libertino inafferrabile, incarnazione del desiderio infinito, nato nel XVII secolo in contrapposizione al clima di repressione puritana e Controriforma. Mosso dal desiderio di conquistare compulsivamente le donne e la vita, Don Giovanni si fa beffe della morale comune interpretando nell’immaginario collettivo il personaggio demoniaco, paladino della libertà e dell’autodeterminazione.
“Mozart e Da Ponte definiscono l’opera un “dramma giocoso” – dice il Maestro Muti, tra i più grandi direttori d’orchestra del nostro tempo, che torna al Teatro Massimo di Palermo dopo avere diretto il Requiem di Verdi nel 2021 – “Le note scritte dall’autore fanno subito chiarezza: l’inizio dell’opera ha una tonalità funebre ma l’aspetto lieve e giocoso è subito dietro l’angolo. Mai come nella trilogia è importante conoscere il dialogo tra note e testo, l’italiano, i doppi sensi nascosti tra le parole. L’opera va vista come una presa di coscienza dei difetti dell’uomo, un uomo che rincorre le donne ma anche la vita, senza raggiungerla mai”. “Don Giovanni è anche l’unico tra i personaggi dell’opera ad essere coerente – aggiunge la regista Chiara Muti – e ad essere disposto a scendere all’inferno pur di restare libero, in un mondo popolato invece da figure imprigionate dal loro destino, marionette trattenute da fili come nel bellissimo film di Pasolini Che cosa sono le nuvole? geniale affresco sulla condizione umana. Attorno a Don Giovanni – prosegue – ruotano come in un vortice tutti i personaggi e risuonano alcune delle musiche più belle e potenti che siano mai state scritte. Ma lui, il protagonista, ha solo due arie, veloci, corte, perché è troppo impegnato a corteggiare e sedurre tutte “pel piacer di porle in lista”, mentre corre, nella sua ultima giornata di vita, verso l’Inferno, condannato, come in un girone infernale a inseguire il desiderio senza mai poterlo soddisfare fino in fondo”.
“Siamo grati al Maestro Riccardo Muti, musicista di grande levatura e generosità, che per la prima volta dirige un’opera a Palermo, il Don Giovanni con la regia di Chiara Muti, e torna a guidare il Coro e l’Orchestra della Fondazione. Grazie al Maestro, a Cristina, a Chiara Muti per l’entusiasmo, la dedizione e l’impegno che hanno impresso a questa produzione e per la grandissima lezione artistica che sta attraversando il Teatro e la città di Palermo. La loro presenza in Teatro ha creato grande attesa del pubblico. Non potevamo immaginare un modo migliore e più autorevole per concludere con grande orgoglio la stagione 2023” – dice Marco Betta, Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo.
Lo spettacolo è in scena al Teatro Massimo dal 24 ottobre al 2 novembre ma a causa dello sciopero nazionale indetto per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, la Fondazione Teatro Massimo non è in grado di garantire lo svolgimento della prima rappresentazione dell’opera prevista martedì 24 ottobre alle ore 20:00. Le altre recite (26 ottobre alle 18:30; 28 ottobre alle 18:30; 31 ottobre alle 20:00; e 2 novembre alle 18:30) avranno luogo regolarmente. La Direzione del Teatro sta lavorando per trovare una soluzione alternativa al fine di consentire agli abbonati e ai possessori di biglietto della recita del 24 ottobre di vedere lo spettacolo in altra data. I possessori di biglietti potranno comunque richiedere il rimborso con le modalità indicate sul sito della Fondazione https://www.teatromassimo.it/event/don-giovanni/ .