O chiudiamo le spiagge, o riapriamo in qualche modo le scuole, anche oltre i normali cicli temporali. Una provocazione? Certo.
Lo so che può suonare strano e impopolare. Ma lancio una proposta al governo regionale. I tempi della scuola sono finiti e quindi una certa assurdità di fondo la registro anche io, nel proporre questa ricetta. Ma pensate un attimo a quel che sta succedendo in nome del distanziamento sociale. Le scuole sono chiuse da quasi tre mesi. Una marea gigantesca – qualcuno ancora la chiama Fase 2- si è riversata sulle nostre spiagge. Una marea umana alla quale è impossibile chiedere il social distancing.
Questa situazione complica – e non poco – il già collassato sistema dei mezzi pubblici. Regolarmente vengono assaltati nelle località marittime da gruppi di ragazzi, in attesa da ore e ore. Non si giustifica la violenza, sia chiaro. Ma così non funziona. A farne le spese? Chi lavora sui bus, chi torna a casa dal lavoro, le forze dell’ordine che un giorno si e l’altro pure, in mezzo a una marea di ragazzini perbene, una testa calda la trovano sempre.
E se veramente si ha a cuore la salute della gente, basta guardare le immagini che arrivano ogni giorno dalle spiagge, per capire che se il virus è ancora in giro, un casino di questo tipo lo aiuta a diffondersi. Quindi, o ci stiamo prendendo in giro, o forse è il caso di fare qualcosa per quei ragazzi. Magari riaprendo le porte delle scuole, anche soltanto per attività ricreative. E d’altronde sarebbe semplice prendere delle misure precauzionali all’ingresso dei siti scolastici. Ma capisco che questa mia visione è eretica e scontenterà tutti.
Buon divertimento allora, in questa surreale e tragicomica fase 2, altrimenti catalogabile come il famoso gioco “tana liberi tutti”.
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