Nell’attesa del responso in merito al ricorso, presentato dall’assessorato regionale agricoltura, al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia, avverso le due sentenze del Tar di Palermo che hanno annullato in parte il bando e interamente la graduatorie per i pagamenti agroambientali in biologico, l’Unione Allevatori ha intrapreso un percorso parallelo per tentare di tutelare la categoria.
L’associazione, che rappresenta le 8.000 aziende siciliane a rischio per la restituzione dei fondi comunitari, chiede, innazitutto, di individuare la responsabilità da parte di chi ha gestito i bandi e le graduatorie ignorando la distinzione tra i vari settori produttivi, violando la linea data dalla Comunità Europea e quanto previsto dai principi di definizione dello stesso Psr.
Ad oggi, la soluzione adottata dall’assessorato appare quella più rischiosa in quanto lascerebbe escluse l’aiuto le 1.700 aziende che non potranno recuperare le perdite subite. A fare chiarezza sulla questione sull’annullamento degli aiuti per il biologico, sono il vice presidente dell’Unione Allevatori, Carmelo Galati che, accompagnato dagli avvocati Massimo Cavaleri e Salvatore Cittadino, ha incontrato la stampa in occasione di un incontro che si è tenuto presso al sede del Mensile Agrisicilia a Palermo.
“Un approfondimento tecnico e non solo, – spiega l’associazione Allevatori Sicilia – utile a far comprendere la criticità economica e sociale della questione, e a rilanciare la necessità di chiarezza affinchè non si verifichino mai più circostanze simili.