Giovedì 12 settembre Villa Gallidoro, a Palermo, sarà riconsegnata alla città nel corso di una cerimonia alla quale prenderà parte il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Sono stati completati i lavori di recupero e restauro del complesso monumentale di proprietà della Regione, che ospita la sede della scuola media “Giuseppe Garibaldi”.
Gli interventi
Gli interventi sono stati resi possibili grazie alla sinergia tra diverse istituzioni. Con una convenzione stipulata nel luglio del 2022 tra gli assessorati regionali dell’Istruzione e della formazione, dei Beni culturali e dell’identità siciliana, dell’Economia e delle finanze e delle Infrastrutture e mobilità, insieme con la Soprintendenza di Palermo, il Comune di Palermo e l’Orto botanico, è stato possibile intervenire sia sull’edificio principale sia sulle pertinenze, costituite dal giardino storico e dai piccoli padiglioni posti all’ingresso e denominati “ex cisterna” ed “ex casa del custode”.
Alla cerimonia, in programma per le 10 a Villa Gallidoro, in via delle Croci 5 a Palermo, prenderanno parte anche gli assessori ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, e all’Istruzione, Mimmo Turano, la soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo, Selima Giuliano.
Il tesoretto con 27 monete
Scoperto un tesoretto di 27 monete d’argento nel luogo esatto in cui, nel 2010, erano stati scoperti 107 denari romani d’argento, poco lontano da dove qualche anno prima erano state ritrovate le tre famose teste imperiali di Cesare, Agrippina e Tito. Il gruppo di lavoro guidato dall’archeologo Thomas Schäfer per l’Universität Tübingen ha effettuato il ritrovamento durante una campagna di pulizia, restauro e copertura dei saggi dell’Acropoli di Santa Teresa e San Marco, a Pantelleria – parte del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, diretto da Felice Crescente.
Le monete d’argento
Si tratta di alcune monete in argento di età Repubblicana coniate a Roma, denari la cui datazione fissata tra il 94 e 74 a.C. è identica a quella del primo ritrovamento. Secondo quanto sostiene l’archeologo, alcune monete sono apparse nella terra smossa dopo le piogge, le altre sono state ritrovate sotto a un masso proseguendo negli scavi e sono già state ripulite e inventariate.
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